Erboristi in campo per difendere la professione

“No all’abrogazione della legge che istituisce e disciplina la figura professionale dell’erborista”. Il presidente provinciale della FEI (Federazione Erboristi Italiani) Confcommercio di Catania, Marco Tinghino, condivide appieno la posizione espressa dalla federazione nazionale coinvolgendo le centinaia di erboristerie siciliane, le decine di aziende di produzione presenti nell’isola oltre che le migliaia di laureati  in scienze erboristiche nella raccolta firme, che ad oggi ne conta oltre 60 mila, sulla petizione lanciata dalla Federazione Erboristi Italiani per salvaguardare una professione caratterizzata da competenze altamente specializzate e un settore in cui sono attive in Italia oltre 6 mila  imprese tra commercio e produzione. La protesta è contro un decreto legislativo  che abroga la legge 99 del 1931 (“Disciplina della coltivazione,  raccolta e commercio delle piante officinali”) che oltre ad istituire  il titolo di erborista, ne fissa le competenze.

“Questa legge – spiega Marco Tinghino – ha dato continuità al settore erboristico fino ad oggi ed è sicuramente da aggiornare, ma assolutamente non da abrogare. Se il  Governo vuole essere vicino ai cittadini, agli erboristi e agli  studenti è fondamentale che accolga le nostre richieste; in caso contrario ritiri il decreto e si demandi tutto alla prossima  legislatura per avviare un percorso rispettoso di tutte le posizioni dei soggetti coinvolti”.

“Il nostro settore muove un giro di affari di oltre un 1 miliardo di euro. Le nostre erboristerie – continua Tinghino – si dovranno confrontare con una concorrenza sempre più despecializzata e senza regole, entreranno in crisi migliaia di lavoratori e le loro  famiglie. Non parliamo poi degli oltre 3mila studenti iscritti a corsi di laurea in Scienze e Tecniche Erboristiche che si ritroveranno con in mano un pugno di mosche per la perdita di valore del loro titolo di studio e con la forte possibilità di veder chiudere uno dopo altro i corsi di laurea per la formazione degli erboristi”. Secondo gli erboristi, inoltre, non sono da sottovalutare i rischi per la sicurezza e la salute dei cittadini che oggi trovano nell’erborista qualificato un interlocutore serio e preparato, una figura di  riferimento e di garanzia per il consiglio e l’uso corretto e senza rischi delle piante officinali. “La petizione #salvalerborista mostra che i consumatori sono con noi. Evitiamo un danno alle imprese, la perdita delle competenze  professionali – ribadisce Tinghino – la chiusura dei corsi di laurea,  tuteliamo la professione di erborista per il mantenimento e la  valorizzazione del comparto, tuteliamo i consumatori e la loro salute  dalla mancata qualificazione degli operatori. Coltivazione, raccolta e trasformazione delle piante officinali rappresentano operazioni delicate che vanno supportate da adeguate competenze scientifiche, visto che in larga parte la produzione riguarda i prodotti per la salute”.

 

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