Sin dalle prime ore del pomeriggio è un vociare di bambini e di ragazzi in piazza San Bartolomeo di Rodì Milici, suggestivo centro della provincia di Messina,
ed un via vai di genitori. La musica diffusa annuncia l’inizio della nona edizione del Festival giovanile dei Santi. Un evento, promosso ogni 31 ottobre dalla parrocchia Santa Maria Immacolata e Santi Bartolomeo e Giovanni Battista e atteso con grande trepidazione da tutto il centro collinare. Una alternativa gioiosa e all’insegna della tradizione che il parroco padre Giuseppe Zanghì e gli animatori della comunità cristiana hanno iniziato ad offrire a tutto il paese a fronte di una invasione, ora quasi totalmente scongiurata, di pratiche macabre proprio nel giorno della vigilia di Ognissanti e nell’ottica della ripresa delle buone abitudini cristiane, messe in atto nel passato in occasione di questa vigilia. L’evento si svolge sin dal primo pomeriggio e per tutta la serata con vari tempi che segnano il susseguirsi di giochi, canti, preghiere, laboratori formativi, momenti artistici e cena rustica.
Quest’anno, il Festival è stato vissuto nel segno di Madre Teresa di Calcutta. La piccola-grande donna che è vissuta nel nome della misericordia e che è salita agli onori degli altari, prima beatificata da San Giovanni Paolo II e di recente – a settembre scorso – canonizzata da Papa Francesco. In questo anno, in cui si celebra di Giubileo della Misericordia, non ci poteva essere riferimento esistenziale più azzeccato da proporre a piccoli e grandi: la vita di una donna che – radicata nella fede e rispondendo alla chiamata del Signore – ha illustrato in concreto cosa vuol dire misericordia non solo in senso corporale, ma anche in senso spirituale. Se, infatti, la sua maternità spirituale è stata vissuta a beneficio degli ultimi tra gli ultimi nei suburbi di Calcutta, non ha mancato mai di far sentire la sua voce anche nell’Occidente opulento e sempre più indifferente nei confronti di Dio e della dignità dell’uomo, come quando. intervenendo alla cerimonia di consegna del premio nobel, disse: «Sento che oggigiorno il più grande distruttore di pace è l’aborto, perché è una guerra diretta, una diretta uccisione, un diretto omicidio per mano della madre stessa. […] Perché se una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c’è più niente che impedisce a me di uccidere te, e a te di uccidere me».
Con questi riferimenti, dopo l’accoglienza ed un gioco iniziale, i ragazzi per fasce d’età hanno riempito i locali della Chiesa per dedicarsi a laboratori formativi sulla vita e l’insegnamento di Madre Teresa. I più piccoli si sono concentrati attraverso la realizzazione di poster sulla conoscenza della vita della santa, mentre i più grandi hanno riflettuto su alcuni suoi pensieri e scritti come il famoso Inno alla Vita, compilando una scheda operativa. Tali lavori sono stati condivisi successivamente da parte di tutti i gruppi per un arricchimento reciproco. A seguire una caccia al tesoro tematica per i più piccoli, mentre i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado si sono dedicati alla realizzazione del pannello ricordo dell’edizione di quest’anno del Festival. Un mega-poster che ha ritratto gli episodi salienti della vita di Madre Teresa e che resterà esposto per tutto l’anno. Quindi, il momento della preghiera con la recita del Rosario, in cui i presenti hanno retto in mano una candela, accesa da ogni partecipante mentre si snocciolavano le varie Avemaria, andandosi a posizionare a forma di croce. La coreografia a conclusione in cui sono state innalzate le candele è stata indubbiamente molto suggestiva. A seguire la cena rustica – con focacce, patatine e pan fritto – preparata sin dalla mattina dagli animatori della comunità cristiana e con il dolce offerto dai genitori.
Finita la cena, in processione la recita delle Litanie della Madonna ha accompagnato la salita verso la Chiesa dell’Immacolata lungo la via Germanò. Lì i ragazzi della comunità cristiana di Fondachelli e Fantina hanno realizzato un emozionante musical su San Francesco, che ha suscitato grande ammirazione e plauso. La conclusione con la consegna a tutti di un segnalibro-messaggio a forma di matita – a ricordo della frase di Madre Teresa: «Io non sono che una piccola matita nelle mani di Dio» e con sopra scritta una frase della Santa.
Un intero paese, dunque, in movimento che ha partecipato direttamente o indirettamente ad uno degli eventi – dopo le feste patronali – più significativi che la Parrocchia ha elaborato al fine di proporre in maniera creativa il messaggio cristiano nell’ottica della nuova evangelizzazione. Non cose nuove, ma modi nuovi e rinnovato vigore nell’annuncio cristiano, curando tutte le dimensioni della vita dei ragazzi da quella spirituale a quella artistica e ricreativa. Alla vigilia del decimo anniversario si può tranquillamente affermare che di anno in anno questo evento è riuscito a catalizzare l’attenzione di tutto il centro collinare, suscitando grande attesa e coinvolgimento soprattutto dei ragazzi del catechismo per cui ormai è cosa del tutto normale celebrare ogni 31 ottobre il Festival giovanile dei Santi con gioia, entusiasmo e responsabilità.
Daniele Fazio