La vicenda della discarica di Mazzarà Sant’Andrea, in provincia di Messina, oggi è approdata in Commissione Ambiente dell’Assemblea regionale siciliana, dopo la formale richiesta di audizione presentata dal vice presidente vicario dell’Ars Antonio Venturino, assenti gli assessori al Territorio e Ambiente Maurizio Croce e all’Energia Vania Contrafatto, rappresentati dai funzionari degli assessorati. Tra i presenti anche l’assessore all’Ambiente di Furnari Giusy D’Amico e il senatore Francesco Campanella, che ha lanciato l’allarme con una interrogazione parlamentare. L’audizione, tra i protagonisti, ha avuto il sindaco del comune di Furnari Mario Foti, il quale ha esposto “la grave situazione di pericolo e tutte le criticità” puntando il dito “contro tutti gli attori che nel tempo hanno consentito uno scempio ambientale che mette a rischio altissimo non solo la popolazione dei comuni limitrofi interessati alla stessa discarica, ma anche il territorio circostante a partire dall’adiacente torrente Mazzarrà Sant’Andrea, nei pressi del quale come è noto si trovano i pozzi di approvvigionamento idrico del comune di Furnari”. “Anche in questa vicenda emergono le responsabilità del governo regionale che con i diversi cambi di assessori e soprattutto con la vorticosa rotazione di dirigenti e funzionari ha nella sostanza reso difficile la individuazione di competenze e responsabilità”, spiega il senatore Francesco Campanella.
Il sindaco Foti ha portato in Commissione quanto appurato dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico con la informativa del 30 settembre 2016: “La Tirrenoambiente spa in persona dei vari amministratore e legali rappresentanti pro-tempore si sono avvalsi di una fitta rete di compiacenze di soggetti appartenenti ad organi statali, regionali e provinciali.gestendo enormi quantità di rifiuti in totale difformità agli atti autorizzatori posseduti o addirittura in assenza di essi ottenendo in tal maniera cospicui illeciti profitti. Tutto il sistema autorizzatorio rilasciato alla Tirrenoambiente, è stato rilasciato in violazione della legislazione vigente altresì violando le basilari norme in materia di appalti pubblici così riuscendo ad occultare i relativi guadagni derivanti anche dall’immissione in rete di energia elettrica prodotta dalla combustione del biogas prodotto dalla discarica. Ogni singolo atto portato a compimento dai vari dirigenti della Tirrenoambiente è il frutto di un complesso ed articolato progetto criminale che ha permesso di realizzare una delle discariche più grandi della Sicilia in un territorio estremamente vulnerabile gestendo illecitamente ingenti quantitativi di rifiuti”. Nella stessa relazione emerge che “che tutto quanto fatto sino a quel momento dal comune di Mazzarrà Sant’Andrea, di fatto, aveva nel prefetto di Messina Stefano Scammacca un regista, il quale aveva “commissionato” la realizzazione della discarica nonostante sino a quella data nessun provvedimento formale fu assunto dalla prefettura”. Sempre i Carabinieri del Noe hanno accertato sin dal 2001 che le autorità preposte al rilascio alle autorizzazione e gli organi di controllo erano perfettamente a conoscenza dell’inidoneità del sito ma il “Prefetto di Messina dell’epoca era intenzionato ad assecondare le intenzioni del Comune di Mazzarrà, disattendendo le indicazioni che gli provenivano dall’organo tecnico istruttorio presso il suo ufficio”. “Abbiamo assistito al solito rimbalzo di responsabilità tra uffici”, ha sottolineato Venturino che ha richiesto una immediata verifica della presenza delle polizze fideiussorie di tutti gli impianti e discariche della Sicilia “al fine di non incorrere nella stessa situazione in cui si sta trovando la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea”. Durante la seduta di commissione è emerso che già dal 2014 i dirigenti dell’assessorato Energia e Rifiuti avevano richiesto al dipartimento Territorio e Ambiente (beneficiario) l’escussione della polizza che la società Tirrenoambiente aveva rilasciato per la gestione operativa della discarica. La mancata escussione ha fatto scadere le stesse polizze che oggi sono ormai scadute. Venturino ha inoltre formalizzato la richiesta di convocazione urgente della Commissione Antimafia al fine di valutare tutte le eventuali responsabilità. Il sindaco di Furnari Mario Foti ha relazionato sulla situazione di pericolo legato sia alla ulteriore possibilità di sversamento del percolato ma anche alla reale possibilità di crollo della discarica e di inquinamento da biogas. Foti ha chiesto di avviare nei confronti di coloro che avevano il dovere di vigilare, intervenire e denunciare le eventuali violazioni di legge, i relativi provvedimenti amministrativi sanzionatori e disciplinari. Al contempo, ha chiesto l’immediata rotazione di tutti quei funzionari coinvolti a vario titolo nella vicenda. “Chiedo infine – afferma Foti – l’immediato intervento del Governo regionale per trovare una soluzione definitiva atta ed evitare un disastro ambientale annunciato”.
Mario Giannini