Palermo – Il ritrovamento di un muro semicircolare nel bel mezzo della Valle dei templi ad Agrigento ha subito fatto pensare alla scoperta del grande teatro greco della gloriosa Akragas, fondata 2600 anni fa. Un ritrovamento eccezionale – se sara’ confermato quanto ipotizzato e auspicato – comunicato ufficialmente dal sindaco Calogero Firetto davanti al premier Matteo Renzi lo scorso 10 settembre, in occasione della firma del Patto per la Sicilia, proprio nella Valle dei templi. Ma ci sono alcuni dubbi. Per l’associazione Mareamico, potrebbe essere solo una semplice cavea. In ogni caso il 10 ottobre partiranno gli scavi e il ‘mistero’ finalmente sara’ svelato. “Dal 10 ottobre – dice il sindaco di Agrigento Lillo Firetto – ci sara’ la prova del nove. Per il momento, anche i rilievi e le indagini scientifiche dei docenti dell’università di Bari e dei tecnici del Parco archeologico della Valle dei templi hanno registrato una serie di indizi che fanno propendere con una certa forza verso questa ipotesi”. Indagini di vario tipo, spiega il primo cittadino, “andando oltre i riferimenti topografici e letterari, grazie all’utilizzo di georadar e fotografie dell’alto”. Se dovesse essere davvero il teatro greco di Akragas, incalza Firetto, “si troverebbe laddove dovrebbe essere, esposto a sud come accadeva a quel tempo, quasi sotto il Tempio della Concordia”. Il teatro viene ‘inseguito’ concretamente da circa un secolo, quando le ricerche si susseguirono piu’ frenetiche, ma se ne parlava già nel 1500 quando Tommaso Fazello annotava di avere visto dei resti: dovevano essere di quel teatro mai trovato, ma che non poteva non esserci in quella che Pindaro aveva definito la più bella città dei mortali. Quattro secoli dopo, nella prima parte del Novecento si era messo al lavoro di buona lena – ma vanamente – Pirro Marconi finanziato dal capitano inglese Alexander Hardcastle. Adesso si riparte con il supporto di una strumentazione più raffinata e già a dicembre dovrebbe essere tutto più chiaro. Dopo gli aspetti tecnologici curati dai docenti di Bari, il parco inizierà a il 10 ottobre dunque la campagna di scavo, “essendosi peraltro – chiosa Firetto – già spinto in questa direzione: a esempio, scavando 40 centimetri di terreno e’ emerso intatto un grande corpo tufaceo rotondeggiate. E altri resti di questa natura sono stati individuati in altri punti. Incrociamo le dita”.