Al quindicesimo posto, in tutta la Sicilia Orientale, per incidenza di tumori. Gela viene ritenuta meno esposta delle aree di grandi città come Catania, Palermo e Messina.
“Più alta l’incidenza nelle aree delle grandi città”. I dati sono stati presentati dal docente Salvatore Sciacca, presidente del Registro tumori della Sicilia Orientale. “La maggiore incidenza dei tumori si riscontra nelle grandi città e in Sicilia, ragionando statisticamente per distretti – ha spiegato – è Catania ad avere l’incidenza più elevata seguita dalle zone etnee di Gravina-Acireale-Giarre. All’ottavo posto il polo industriale di Priolo-Melilli-Augusta. Al quindicesimo c’è Gela, al trentesimo Milazzo. Tra le grandi città Palermo è al secondo posto, Messina al terzo. Questo significa che le zone industriali vengono dopo le grandi aeree metropolitane”.
In base ai dati raccolti dall’equipe del Registro tumori della Sicilia Orientale, quindi, la vicenda Gela, da decenni costellata di morti e gravissime patologie, non sarebbe quella più grave sull’isola. Risultati che non possono che far discutere. Gela solo quindicesima? Una cosa è certa, il docente universitario e ricercatore Salvatore Sciacca, già negli scorsi anni, è stato al centro delle polemiche. Scelto come presidente del Registro tumori della Sicilia Orientale, allo stesso tempo ha ricoperto il ruolo di presidente del Cipa, l’ente che raccoglie dati ambientali per conto del consorzio d’industriali e petrolieri del polo produttivo di Priolo, Melilli ed Augusta. Non a caso, il gruppo all’Ars del Movimento cinquestelle sollevò il caso, ritenendolo in conflitto di interessi. Da una parte, statistiche e numeri che riguardano gli affetti da gravi patologie; dall’altra, l’attività di ricerca e monitoraggio in favore dei responsabili di siti industriali, spesso al centro di tanti dubbi su emissioni in atmosfera e impatto ambientale delle loro aziende. Sciacca è stato anche consulente dei legali di Eni in un procedimento penale avviato davanti ai giudici del tribunale di Gela e relativo ad emissioni che colpirono una decina di operai dell’indotto nella zona dell’impianto di trattamento delle acque di falda. I grillini contestarono anche i metodi di raccolta dei dati. Il docente universitario, da anni impegnato nella ricerca, ha sempre escluso qualsiasi anomalia nella raccolta dei dati, nonostante l’assenza di un unico Registro tumori per l’intera Sicilia. “Lavoro su questi temi da una vita – disse rispondendo alle accuse dei grillini – perché mi piacerebbe prevenire i tumori, non contarli. I nostri dati sono assolutamente certificati e confluiscono nella rete dell’Organizzazione mondiale della sanità”.