I comuni che affidano la riscossione dei propri crediti a Equitalia sono quasi dimezzati in quattro anni: sono passati dai 6.161 del 2011 ai 3.622 del 2015 con un calo del 45%. E’ quanto riporta l’amministratore delegato Ernesto Maria Ruffini in un’audizione alla commissione Finanze del Senato. Tra le regioni i maggiori divorzi da Equitalia sono stati in Toscana (-77%), Friuli Venezia Giulia (-71%), Umbria e Sicilia (-67% per entrambi). Ruffini attribuisce la flessione alle «incertezze derivanti dal perimetro normativo di riferimento» ed esprime «l’esigenza che si giunga in tempi adeguati alla compiuta ridefinizione dell’assetto legislativo della materia, nell’interesse degli Enti locali e di tutti gli operatori». L’a.d. rivendica la maggiore poi convenienza di Equitalia sottolineando che «a fronte dell’1 o del 6% di oneri di riscossione che il contribuente paga a Equitalia», gli operatori privati «applicano aggi che oscillano dal 15 al 25% in caso di gestione unitaria
delle fasi di liquidazione, accertamento e riscossione».