C’è anche Messina tra le sette città prese come modello, capoluoghi di provincia o aree metropolitane dove «si stanno portando avanti progettualità dirette a coniugare e accrescere qualità della vita e sostenibilità nei propri territori». Le altre sono cinque realtà urbane della Lombardia (Milano, Brescia, Bergamo, Varese e Cremona) e una della Calabria (Cosenza). «Ciascuna delle città identificate riporta un diverso ricorso e mix di leve sul proprio territorio: 1) l’installazione di impianti fotovoltaici; 2) il ricorso al teleriscaldamento sia per ridurre il conferimento in discarica sia per ridurre il ricorso ai combustibili fossili nella generazione di energia; 3) l’adozione di modelli virtuosi di “waste management”, che possono anche riguardare l’elettrificazione del parco automezzi per la raccolta di rifiuti e l’installazione di pannelli fotovoltaici sui cestoni; 4) l’elettrificazione della flotta Tpl (trasporto pubblico locale) e l’adozione di modelli sostenibili per incentivare il ricorso al trasporto pubblico; 5) l’abilitazione di un’illuminazione pubblica più sostenibile grazie alla tecnologia Led con conseguenti minori consumi e maggiore sicurezza nelle strade; 6) la creazione di isole di verde urbano e la piantumazione di alberi».
C’è, dunque, anche Messina avviata su quel percorso “virtuoso” indicato nel “Position Paper”, il Rapporto 2024 sulla “Sostenibilità urbana. Decarbonizzazione, elettrificazione e innovazione: opportunità e soluzioni per città future-fit” realizzato da “Teha Group” in collaborazione con “A2A” e il contributo scientifico di ASviS. Il Report è stato presentato nell’ambito della 50esima edizione del Forum di Cernobbio, da Roberto Tasca e Renato Mazzoncini, rispettivamente presidente e amministratore delegato e direttore Generale di A2A e da Lorenzo Tavazzi, senior partner e board member di “Teha”. All’incontro è intervenuto anche Enrico Giovannini, l’ex ministro, co-fondatore e direttore scientifico di “Asvis-Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile”. Uno studio completo e dettagliato sul ruolo di catalizzatore economico e sociale delle città italiane e sulla loro rilevanza nel promuovere il processo di decarbonizzazione dell’intero sistema-Paese. Dal Rapporto si evidenzia la necessità di un pacchetto d’investimenti da 270 miliardi di euro per rendere possibile il processo di decarbonizzazione e il miglioramento dell’efficienza e della qualità della vita nelle città italiane entro il 2050, attivando una serie di leve tecnologiche e di servizio e riducendo le emissioni delle città di oltre il 50%. Già oggi – è stato detto – «i centri urbani si caratterizzano per un’efficienza intrinseca che porta con sé anche un’efficienza complessiva: i 112 Comuni capoluogo oggetto dell’analisi consumano il 29% del totale energetico nazionale, a fronte di circa il 60% del Pil generato». Il Rapporto ha identificato una serie di leve tecnologiche e di servizio che possono accrescere l’efficienza delle città, migliorando al tempo stesso la sostenibilità urbana e la qualità della vita dei cittadini.
«Grazie alle leve tecnologiche già oggi disponibili – ha affermato l’amministratore delegato di A2a, Renato Mazzoncini – , è possibile ridurre le emissioni delle città di oltre il 50%: in valori assoluti, si tratta di 32 milioni di tonnellate di Co2, pari all’anidride carbonica assorbita da 210 milioni di alberi. Un contributo sostanziale al percorso verso la neutralità climatica e per il benessere delle persone. Ne beneficerebbe anche l’attuale mix di consumi, con un aumento del peso di rinnovabili, elettricità e calore derivato di 20 punti percentuali sul totale, riducendo l’uso di combustibili fossili. Le azioni individuate richiedono investimenti annuali per circa 10 miliardi di euro per un totale di 270 miliardi fino al 2050; risorse attivabili anche grazie alla presenza e alla capacità economico-finanziaria di operatori industriali, tra cui A2A, che possono ricoprire un ruolo di abilitatore e partner contribuendo ad accelerare il percorso verso la sostenibilità».