Vigile del fuoco ucciso a Messina, indagini a 360 gradi

Indagini serrate su quella che i carabinieri di comando provinciale di Messina definiscono “una vera e propria esecuzione”: l’omicidio di Roberto Scipilliti, il vigile del fuoco scomparso dal lungomare di Santa Teresa di Riva nel pomeriggio del 5 gennaio e trovato cadavere il 14 gennaio nella campagne intorno a Savoca. L’esito preliminare dell’autopsia compiuta ieri, in attesa di un resoconto più dettagliato, non lascia spazio a dubbi: la causa della morte è stata un colpo di arma da fuoco alla testa, esploso da dietro e da distanza ravvicinata. Non è ancora stato determinato il tipo di arma utilizzata. Il lavoro dei militari, coordinati dalla Procura di Messina, è ora orientato a far luce sul contesto in cui il delitto è maturato. Al momento non c’è un’ipotesi investigativa privilegiata e gli inquirenti si stanno muovendo a 360 gradi. Ingenti le forze dispiegate dai carabinieri, tra cui il Ris di Messina, che sia nell’immediatezza del ritrovamento del corpo sia nei giorni successivi hanno effettuato numerosi sopralluoghi, alla ricerca di ogni traccia. Tutto è stato repertato ed è ora oggetto di minuziosi esami di laboratorio. Nel frattempo, gli investigatori stanno continuando ad interrogare amici e parenti dell’uomo, nonchè tutti coloro che in quei giorni possano aver notato qualcosa di strano. Ai raggi x numerose ore di immagini che sono state registrate dalle telecamere di videosorveglianza presenti in zona. I militari del Nucleo operativo di Messina Sud stanno inoltre scavando nel passato della vittima per fare emergere tutte le sue relazioni e i suoi contatti. Un’attività serrata, meticolosa ed ininterrotta che sta portando a raccogliere ed analizzare una enorme mole di dati.

Articoli consigliati