Il XXIII festival dei due Mari ha chiuso gli eventi di Patti e Lipari coniugando la prosa classica con le rivisitazioni drammaturgiche contemporanee, a Villa Pisani di Patti, sotto la direzione artistica del professore Filippo Amoroso con la presentazione DELL’OMBRA DI ULISSE, il viaggio dell’eroe greco attraverso la Rapsodia, da Autori che videro nel Mito di Ulisse, nella sua navigazione, l’Uomo alla ricerca di Sé, la ricerca del senso del vivere.
Dirige e interpreta Germano Graziano Piazza, pluripremiato come migliore attore di prestigiose opere teatrali e recentemente al Premio Flaiano2023 e al Premio Le Maschere per l’interpretazione di Tiresia nell’Edipo Re di Robert Carsen.
Graziano Piazza, con una sceneggiatura suggestiva e atemporale, si presenta con accanto una donna che lo incalza di domande, e così Odisseo si accorda con lei, con la musicalità della sua voce, come fosse una coscienza che lo aiuta nel suo viaggio, nella sua ricerca.
L’interprete femminile al suo fianco è Viola Graziosi, moglie dell’attore regista, attrice di chiara fama per l’interpretazione di miti classici: l’Ofelia di Shakespeare che cede alla follia per la libertà, la Fedra di Seneca, Clitemnestra, Medea, dalla Trilogia in itinere di Luciano Violante, in cui l’autore rivisita i Miti proponendo il conflitto tra Amore, Diritto e Giustizia, Elena Tradita , testo e regia dello stesso G. Piazza; Il racconto dell’Ancella dal romanzo di Margaret Atwood, tutti personaggi che Viola Graziosi incarna con flessibilità artistica e coinvolgente passione teatrale, senza mai tradire la sua identità.
Ecco che dall’Epopea di Gilgamesh che cerca come vincere la morte, all’Ulisse di Omero, di Dante, di Joyce, di Saba, di Tennyson, i due attori navigano verso l’anticonvenzionale di Wislawa Szymborska. Navigano insieme, vanno alla ricerca di Sé “insieme”, confrontandosi tempesta dopo tempesta, anelando, Odisseo la sua Itaca e la sua Penelope…
L’anticonvenzionale di Germano Graziano Piazza risiede in quella donna che insieme a lui ricerca virtude e canoscenza. La Penelope che tesse costante e disfa la tela nell’attesa di riavere Ulisse, allo spettatore si sovrappone nello stesso anelito della donna.
Nel Mito omerico Penelope con la sua tenacia e il suo amore, pur restando nella sua Itaca, compie un viaggio di attesa e di fedeltà. Graziano Piazza ha colto nella sua sceneggiatura una nuova chiave del perenne senso di ricerca dell’Uomo, di Odisseo, una ricerca “insieme”, “in due”. Odisseo non è solo, non lo è mai stato, perché Penelope è stata la sua Itaca, la sua forza, e così che il Mito, narrato attraverso i versi degli autori più eccelsi, si umanizza in una condizione di condivisione, abbandonando l’egotismo originario, si veste dell’umiltà fondamentale per chi ha sete di conoscenza.
Il fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtude e canoscenza dantesco risuona del suo valore umano e della fondamentale forza dell’Umiltà per oltrepassare i limiti che sono propri dell’uomo.
Germano Graziano Piazza e Viola Graziosi rapiscono il pubblico con un’interpretazione superba, con le loro voci che si stagliano nella musicalità di fondo e incarnano il Mito, messaggero di una nuova sfida: la condivisione.
Viola Graziosi conclude rivelando al pubblico sorpreso e affascinato, come questa rappresentazione sia per loro, uniti nella vita e nell’ Arte, una promessa d’amore che rinnovano l’un l’altro interpretando Dell’Ombra di Ulisse, la sua ricerca, il senso profondo del suo navigare.
Rita Chillemi
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