Un fulmine che squarcia il cielo due giorni prima di ferragosto. Notizie di agenzie di stampa si susseguono incessanti, per capire la causa di tale decisione alla vigilia delle convocazioni. A parer nostro la notizia era nell’aria da diverso tempo, e cioè da quando il club Italia ha smesso di avere peso politico e tecnico a livello internazionale, a causa di tanti, troppi stranieri, sui quali le società di calcio italiane investono anche a livello giovanile. Ovvia la conseguenza negativa di questo sistema che penalizza i giovani talenti italiani sui quali, ormai da diversi decenni, non si investe più a livello di Settori Giovanili. Ricordo, non più tardi di un anno fa, di avere organizzato assieme al presidente Attilio Andriolo dell’Associazione Culturale Teseo di Milazzo , una pubblica tavola rotonda dal tema: “La crisi del calcio italiano e dei Settori Giovanili” con la partecipazione di Massimo Bava, già responsabile del Settore Giovanile del Torino, Paolo Aghemo, giornalista Sky, il direttore di Tuttosport Guido Vaciago in video conferenza direttamente da Torino, Leonardo La Cava presidente della F.I.G.C. di Messina, Claudio Minoliti, giornalista, l’assessore allo sport del Comune di Milazzo Antonio Nicosia e gli allenatori Mauro Zampollini e Antonio Venuto, con i quali si sono messi in analisi i diversi punti nevralgici che hanno causato la debacle della nostra Nazionale Italiana, che per due volte di seguito è stata eliminata dalla partecipazione al Campionato del Mondo per Nazioni. Ebbene, dopo oltre due ore di dibattito si è convenuto che alla base di tutto, nell’Italia del pallone, c’è proprio la grave mancanza di investimenti sui Settori Giovanili. Da troppi anni ormai si tende ad acquistare giovani stranieri da inserire nei propri settori giovanili, mirando soprattutto alle plusvalenze e lasciando perdere di seguire quei giovani italiani che hanno bisogno di troppo tempo per rendere vincente una società calcio, sia a livello economico che di vittorie internazionali. Il risultato è dunque molto chiaro, e cioè che all’atto delle convocazioni per la Nazionale Italiana si inceppa quel meccanismo che negli anni ci ha resi competitivi e vincenti a livello europeo e mondiale. Dunque, si parla tanto, si mettono in atto grandi idee e suggerimenti per migliorare questo nostro mondo pallonaro, ma poi, all’atto pratico, nulla cambia anche a livello di Federazione. E adesso ognuno porterà avanti le tante ipotesi del dopo Mancini. C’è chi sosterrà il ritorno di Conte, chi suggerisce Spalletti e c’è pure chi pensa a Max Allegri, anche se, in questo caso, non crediamo davvero che dal punto di vista economico convenga al mister livornese fare il cambio di panchina. Per quanto riguarda Roberto Mancini, invece, si ipotizza anche che qualche club dell’Arabia Saudita abbia fatto delle avance per convincerlo a lasciare la panchina della Nazionale Italiana e trasferirsi nel campionato più ricco, sfondato ed eticamente scorretto del mondo. Vedremo cosa accadrà. Da ora in ora seguiremo tutte le agenzie di stampa per cercare, come sempre, le fonti più autorevoli di informazione.
Salvino Cavallaro