Da attempato professore che impazziva, da giovane, per Paoli, Tenco, Faber, Battisti, Dalla e tutti i grandi cantautori degli anni Sessanta-Ottanta, non mi lascio facilmente attrarre dalla musica pop, oggi dilagante, né tampoco dagli attuali rapper che sciorinano canzoni zeppe di parole in rapida successione (difficili da ricordare) e di ritmi seriali, banali, tutti uguali: l’ultima, degna – secondo me – canzone italiana è, per il giro armonico originalissimo, quella recente di Marco Mengoni. Tanto che, da anni, non seguo più, nemmeno in televisione, alcun concerto pop.
Ebbene, ieri sera, mi sono lasciato travolgere, insieme con mia moglie e con molti sampietresi, dalla musica, dalle canzoni, dalle battute, dalla magistrale performance, insomma, di Luciano Fraita, che non conoscevo e che mi si è rivelato un vero, non comune, showman siciliano (mi ha fatto pensare talvolta a Fiorello) , nello spettacolo tenuto a San Pier Niceto, nella spaziosa Piazza Certo. Ho apprezzato soprattutto la capacità di Fraita di tradurre in ritmi accelerati (tra boogie-woogie, rock ‘n roll, jazz perfino) certe orecchiabili, lente, diluite musiche slow degli anni Cinquanta e seguenti, e di suonarle magistramente sulla sua tromba.
È pertanto doveroso augurare al maestro Fraita e alla sua band un duraturo successo su scala nazionale e oltre: onore al merito.
Prof. Giuseppe Rando
in vacanza a San Pier Niceto