Un gol di Rodri nella ripresa condanna alla sconfitta la squadra di Inzaghi che, tuttavia, ha messo in atto una prestazione piena di orgoglio con strascichi di tanti rimpianti, soprattutto per le occasioni da gol fallite da Lautaro e Lukaku. Così il Manchester City ha vinto la sua prima Champions League sfatando i pensieri di maledizione che da sempre aleggiavano sopra la testa del Pep allenatore, ritenuto il miglior mister d’Europa. Ma la squadra d’Inzaghi non ha demeritato, non fosse altro che per quel folto centrocampo a cinque che fa da sempre il credo calcistico dell’allenatore dell’Inter, il quale in questo caso non ci sembra abbia avuto un peso determinante come in altre occasioni. All’ottima prestazione dei soliti Dimarco e Barella, non sono stati al loro livello sia Brozovic che Chalhanoglu. A questo proposito ci sentiamo di dissentire sul cambio dall’inizio della gara di Mkhitaryan con Brozovic e poi di Dzeko con Lukaku. Certo, adesso con il senno di poi si può dire qualsiasi cosa, tuttavia, resta il fatto che l’inserimento di questi due giocatori fin dall’inizio, avrebbe dato maggior geometria a centrocampo e più aiuto in attacco a Lautaro, il quale in più di un’occasione nel primo tempo ci è parso troppo solo quando si trattava di effettuare il pressing. Sono dettagli, piccole considerazioni che talvolta possono fare la differenza. Una cosa è certa, se l’Inter ci avesse creduto di più soprattutto nel primo tempo, adesso commenteremmo un’altra partita, anche in considerazione del fatto che il City non ha dimostrato di essere così irresistibile come tutti ce lo aspettavamo. L’uscita anzitempo di De Bruyne per infortunio, aveva fatto pensare a un vantaggio per l’Inter che a centrocampo avrebbe avuto maggiore opportunità di osare di più di quanto stesse facendo. Purtroppo non è stato così e, a conti fatti, anche se per uno striminzito 1 a 0, il Manchester City ha gioito per avere vinto la sua Coppa con le grandi orecchie. We are the Champions! E anche se all’Inter resta il rammarico e le lacrime per avere visto vincere “Golia” e non “Davide”, resta il dato di fatto inconfutabile che i nerazzurri sono usciti dal campo a testa alta per avere dimostrato che poi tutta questa grande differenza tra il Golia City e il Davide Inter, proprio non s’è vista.
Salvino Cavallaro