Ho visto code interminabili di persone di ogni età, ho visto l’incredibile voglia di arrivare a fare il biglietto per entrare al Salone Internazionale del Libro di Torino. Fantastica forza dell’anima incapace di scoraggiare ogni tentativo di rinuncia nonostante il freddo, la pioggia battente che ha inzuppato vestiti, scarpe, borse, zaini e anche le relative attrezzature come i computer che sono serviti per scrivere commenti, relazioni, recensioni, incontri, emozioni. Ma non ho visto nessuno della grande fiumana di persone che abbia deciso di rinunciare a entrare a sentire il profumo della carta stampata che si sprigiona nel voltar delle pagine, testimoni di tante narrazioni. Ed ho visto l’orgoglio di tanti autori venuti da ogni parte d’Italia e dall’Estero che si sono sottoposti alle interviste, alle recensioni del proprio libro come fosse una creatura sbocciata per essere apprezzata, capita, spiegata. Storie che raccontano la vita, narrazioni che si intersecano in diversi generi letterari tra romanzi, saggi, biografie e autobiografie, gialli, thriller, avventura, fantascienza e tanto altro, in cui ogni autore ha creato il proprio pensiero su qualcosa che gli si è accesa come idea da proporre ai tanti editori, ma, soprattutto, al vasto numero di lettori amanti del sapere, immedesimandosi nel racconto e magari accostarsi al personaggio principale del libro. E’ il fascino della lettura che fa vivere attimi, momenti che restano dentro di te quando ti affascina ciò che hai letto, oppure quando resti deluso di ciò che avresti voluto trovare tra quelle pagine così ben scritte, ma non hai trovato. Resta comunque la curiosità che ho avvertito al Salone del Libro di tanti giovani e bambini delle scuole elementari che accompagnati dalle loro maestre sono stati attratti dai tanti testi esposti negli stand. E anche solo il gesto di toccare il libro, sfogliarlo frettolosamente, leggere qualche riga per capire se può interessare o no è già un successo, un gesto di curiosità e attrazione. E poi ho visto tantissime persone fare la coda per assistere a molti eventi culturali distribuiti in padiglioni con orari diversi. C’è l’imbarazzo della scelta e, soprattutto, quanta fatica è balzata davanti ai miei occhi, quando giovani, persone di mezza età e anziani si sono seduti a terra per un attimo di riposo, per poi fare altre lunghe code per mangiare un toast, bere una bibita e magari approfittare per andare in bagno. E’ la giornata vissuta tra i libri, tra tantissimi giornalisti, autori, attori, cantanti e promotori dell’arte in tutto il suo più alto significato. E qua e là, mentre ci si orienta stancamente alla ricerca di questo o quello stand suddiviso in lettere e numeri da seguire come traccia per arrivare alla destinazione voluta, ecco che finalmente trovi quel libro, quell’autore e quell’editore che volevi. Tuttavia, la ricerca non è sempre facile per diversi motivi, e allora non ti dai pace e chiedi perché quel testo non è presente in esposizione. Accade, può succedere nelle migliaia di metri quadri di un Salone del Libro che nonostante voglia accontentare tutti, qualche volta si rammarica di essere capitato in un disguido di vario genere. Piccole cose che accadono in questo immenso contesto letterario che se non provi come esperienza diretta, non puoi capire quanto sia unica. E per ultimo vorrei narrare un incontro casuale nello stand della Casa Editrice Kimerik con una giovane collega giornalista di Como, tale Claudia Bortolotto che si trovava lì per presentare e intervistare Fabiola Grosso, l’autrice del libro intitolato “Se è amore non brucia”. Un avvocato civilista che si è introdotta per passione nel campo delle letteratura con questo suo primo libro che è la vera storia di William, il ragazzo sfregiato con l’acido dalla sua ex. Ebbene, durante questa presentazione che è stata registrata dallo stesso Editore, sono emersi i pensieri di cui parlavo prima, e cioè, curiosità e interesse che ti coinvolgono e fanno sì di renderti inaspettatamente inclusivo. E’ stato dunque bello, proprio come fascinoso è questo tempio di cultura, di incontri, di conoscenze, qualcuno passeggero e altri duraturi nel tempo. E’ la grande bellezza del libro, veicolo di un mondo che unisce e mai divide.
Salvino Cavallaro