Da lei siamo nati, da lei abbiamo imparato il significato di essere il frutto dell’amore, da lei ci siamo dissetati di bene per affrontare il male del mondo, da lei abbiamo imparato la felicità che transita prima dal dolore. Domenica si festeggia la sua festa, un pensiero dedicato a lei, la nostra mamma che è unica e irripetibile. Ma questa festa non è soltanto una ricorrenza civile diffusa in tutto il mondo e celebrata in onore di una figura insostituibile perché ci ha dato la vita. La mamma per ognuno di noi è un cordone ombelicale che non si reciderà mai ed è un qualcosa che ti accompagna tutta la vita fino all’ultimo dei tuoi giorni. Una sorta di pensiero fisso per avere sempre dei buoni consigli, sentirsi al riparo, complici, protetti e sicuri; è l’unica persona al mondo che non ti tradirà mai. Ma come potrebbe farlo dopo averti portato in grembo per nove mesi e poi avere sofferto i dolori del parto? No, troppo carezzevole è la figura della nostra mamma che ti dà prima la vita e poi ti nutre con il latte del suo seno che è calore, che è amore insostituibile anche per le sue difese immunitarie. La mamma è la mamma. Ognuno di noi può raccontare la propria storia legata a questa insostituibile figura della nostra vita. La ricordiamo giovane e bella, ma anche con i capelli bianchi, fragile e indifesa. Fasi della vita che ci parlano del tempo che passa inesorabile e ci cambia fisicamente, ma non nel sentimento profondo che nutriamo verso lei, la mamma che per noi resta sempre così come l’abbiamo vista per la prima volta quando siamo nati. E anche per lei non muta mai l’amore che ha verso di noi figli, la tenerezza che non cambia con il nostro crescere. Sì, perché si ritorna sempre alle origini. Nasci, cresci, commetti degli errori, cadi, ti rialzi e poi sai quali sono le tue radici, la tua famiglia, la tua mamma che è il prezioso patrimonio che la vita ti ha regalato. Sono storie da scrivere, momenti che ti incantano attraverso i ricordi, le foto di come siamo e come eravamo. Chi la mamma ce l’ha ancora e chi mestamente la ricorda attraverso i momenti, gli attimi vissuti insieme, i palpiti che si sono susseguiti fino al distacco della sua morte. Morte che non ha reciso quel cordone ombelicale tenuto ancora in vita fino alla nostra fine. E’ la mamma, è la figura che incarna l’essenza della vita.
Salvino Cavallaro