Sono passati nove anni da quel maledetto 27 aprile 2014, in cui sei stato coinvolto in un incidente automobilistico che ha spezzato la tua giovane vita. Eppure sembra ieri! Sì, sembra proprio ieri che ti vedevamo pieno di vita e di belle speranze su quel campo di calcio dove immaginavi già il tuo futuro radioso e colmo di soddisfazioni. Diventare calciatore era il sogno della tua vita e anche quello di papà e mamma, i quali pregustavano già un avvenire colmo di soddisfazioni e fierezza. Avevi stile, intelligenza tattica, ottima tecnica e sapevi trattare bene il pallone come pochi altri. Ma la cosa più importante è che tutti i compagni di squadra ti volevano e ti vogliono ancora tanto bene. Gli allenatori che hai avuto parlavano di te come un futuro campione, un ragazzo che in campo e fuori dal terreno di gioco dimostrava educazione e carisma. E non è facile ancora oggi ricordare ciò che sei stato e avresti potuto essere attraverso la grande bellezza della tua gioventù, perché ripercorrere i tuoi pochi anni di vita in cui ci hai deliziato della tua presenza su questa terra, significa il rimpianto più grande per non averti più con noi. Ferite mai rimarginate albergano nell’anima di papà Nino e mamma Grazia, i quali stanno lentamente somatizzando un destino che è stato davvero avverso e crudele. Ma il 27 aprile di ogni anno è un giorno particolare, perché c’è qualcosa di grande da ricordare. E’ la memoria di te che andrà oltre il tempo, nonostante il passare degli anni possa in qualche modo ingiallirne i ricordi. Immagini sfuocate che ci ricordano il trascorrere inesorabile del tempo. Ma per te non sarà così! No, non può esserlo, perché tutti noi che ti amiamo come quando ci deliziavi dei tuoi sorrisi, degli abbracci, dei dribbling, dei gol e della naturalezza con il quale pennellavi i tuoi assist per i compagni, sarà vivo ciò che sei stato. Un ragazzo che si è fatto amare perché ha dato grande valore ai rapporti umani, in cui l’amicizia vera ha la priorità su ogni cosa. E oggi, dopo che nove anni fa te ne sei andato via in fretta e furia senza avere nemmeno il tempo di darci l’ultimo saluto, ti diciamo che vivi sempre in noi – caro Marco – e lo sarai a Milazzo, a Torino, a Milano, a Roma, e anche in quella parte del mondo in cui pure quelli che non ti hanno conosciuto personalmente, si innamoreranno della tua storia e di ciò che sei stato veramente.
Salvino Cavallaro