E’ didattica calcistica. E’ quella scuola di pensiero in cui regna imperante l’armonia del gioco del calcio che è passione, ma anche lavoro e impegno a capire il maestro che ti insegna a stare in campo, a dialogare calcisticamente con i compagni, per rendere uniforme la squadra nei suoi vari reparti. Più di una volta ci siamo appassionati a seguire l’allenamento di mister Asta con la sua Under 18 presso l’impianto del Cit Turin del Presidente Angelo Frau. Da sempre il nostro lavoro di giornalisti si riduce ad aspettare il mister dopo l’allenamento per rivolgergli qualche domanda, ma mai – o solo raramente – ci si preoccupa di seguire l’allenamento dall’inizio alla fine per capire, imparare, rendersi conto quanto questo ripetuto ritrovarsi in settimana per allenarsi sia così importante dal punto di vista tattico, tecnico e psicologico. Ebbene, ciò che ci ha fatto riflettere seguendo attentamente gli allenamenti di Antonino Asta, ex capitano del Torino e oggi allenatore della Under 18, è capire anche per noi che scriviamo di calcio e facciamo opinione, quanto la didattica calcistica impartita sia determinante ai fini di giudizi più approfonditi sulla squadra, senza lasciarsi andare a errate conclusioni tratte da una partita persa o vinta. Per questo è essenziale sapere cosa ci sta dietro a tutto questo. E così, nell’assistere agli insegnamenti di mister Asta ai suoi ragazzi, abbiamo riflettuto su un lavoro calcistico che si basa essenzialmente sull’impartire del mister e ascoltare, provare, recepire e mettere in atto suggerimenti che migliorano il singolo e la squadra stessa nel creare un monolito di intenzioni. Nulla nasce dal nulla e quel provare, riprovare con pazienza e determinazione dà frutti incredibili nonostante la fatica fisica. E mentre mister Asta prova i movimenti dei suoi giocatori che devono essere perfetti e in sincronia tra loro, pensiamo come questo allenatore abbia in sé una forza caratteriale incredibile nel pensare di dettare i suoi insegnamenti, affinché i ragazzi si amalgamino in un gioco con trame di attacco e di difesa che diano armonia e quindi superiorità rispetto all’avversario. E a vederlo, mister Asta, sembra che stia allenando il Real Madrid e non una squadra di giovani su cui credere in un presente che è già futuro. Ed è bello, nonostante il freddo di questi giorni di Febbraio che invoglierebbe a stare al caldo piuttosto che sulle gradinate di un campo sportivo, ad assistere il provare e riprovare come la difesa debba neutralizzare l’aggressività e l’atteggiamento alto dell’avversario. Mai perdere la calma, predica mister Asta, perché anche nei momenti più difficili bisogna ragionare e mai buttare via la palla per concederla all’avversario. E’ il concetto del calcio moderno, la filosofia di gioco che si confà a quella scuola di pensiero in cui il possesso palla si determina proprio nel partire con la palla al piede dal portiere, per continuare poi con gli esterni, il centrocampo e l’attacco. Teoria e pratica si fondono in un unico modo coinvolgente che i ragazzi non fanno fatica a recepire grazie al coinvolgimento diretto del proprio mister Asta che è uno di loro, che partecipa, urla e dice: “Bravo, così si fa”.Questo non significa che poi la partita di campionato di fine settimana debba necessariamente centrare la vittoria, anche se l’obiettivo di vincere nel calcio ha la sua priorità. Tuttavia, è nell’insieme di squadra che si forma il collettivo e la mentalità come senso di un gioco che da sempre si concretizza nella partecipazione totale. E’ la scuola del calcio che inizia da piccolo, continua da ragazzo e prosegue da adulti professionisti che hanno capito che gli esami nel calcio, come nella vita, non finiscono mai. Mister Asta ce lo insegna e noi tutti apprendiamo.
Salvino Cavallaro