Sul fronte delle università la qualità continua ad abitare al Nord. Verona, Trento, il Politecnico di Milano e Bologna (e fra gli atenei non statali Luiss, Bocconi e San Raffaele) sono le università ai vertici della nuova edizione della graduatoria stilata dal Sole 24 ore sulla base di 12 indicatori tradizionali che misurano i risultati di didattica e ricerca.
Il Mezzogiorno continua ad arrancare e occupa gli ultimi gradini della classifica chiusa anche in questa edizione dalla Parthenope di Napoli (fra gli atenei statali) e dalla Kore di Enna (fra quelli non statali).
“È ora che su queste classifiche intervenga l’Antitrust” per valutare se ricorre l’ipotesi di “turbativa del mercato”, afferma Cataldo Salerno, presidente dell’università Kore di Enna, che sulla pubblicazione della graduatoria ha presentato un esposto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Nella segnalazione Salerno scrive che la classifica dà luogo, “anno dopo anno, a una graduatoria – sia degli atenei statali che di quelli non statali – in cui a prevalere sono le università del Nord e del Centro Italia”. E in questo modo, sostiene, “si inducono i giovani e le loro famiglie a scegliere gli atenei del Centro-Nord”.
“Per quanto riguarda la Kore di Enna, siamo lieti di essere all’ultimo posto in questa graduatoria – prosegue il presidente dell’ateneo – perché vuol dire che formiamo menti critiche. Allo stesso tempo siamo orgogliosi di essere al primo posto in Italia secondo la valutazione degli studenti – osserva – e questo primato, l’unico che davvero riguarda la qualità degli atenei, nessuno ce lo può togliere”.
Anche al Sud, tuttavia, qualcosa si muove: Salerno scala dieci posizioni passando dalla 26ema posizione del 2015 alla 16ema e crescono pure le quotazioni di Foggia (sale di cinque scalini), Messina, Campobasso e Lecce, tutte con un salto di quattro posti rispetto all’anno scorso.