L’anima di un personaggio che del pallone ne ha fatto la propria vita.

Ho letto una bellissima intervista fatta ad Antonio Conte sulla Gazzetta dello Sport. E’ l’umano che mi conquista da sempre senza mai fare un distinguo tra uomini famosi e ricchi, con quelli sconosciuti che conducono una vita piccolo borghese e anche in povertà. E’ sempre la persona al centro di tutto, di ogni cosa. Ed è lì che scaturiscono i pensieri veri, le riflessioni profonde sul significato della vita, dei valori e della famiglia con i suoi affetti più cari. Sì, perché prima o poi, presi come si è dal lavoro, dalla legittima smania di arrivare in alto dal punto di vista professionale, arriva sempre il momento in cui ti manca qualcosa e quel qualcosa è tutto. Proprio TUTTO! Così titola la Gazzetta dello Sport l’intervista a Antonio Conte: “Sinisa, Ventrone e Luca, ho perso tre amici. Sto riflettendo, mi manca la famiglia”. E’ la summa di tante riflessioni raccolte in un articolo che ho trovato bellissimo, umano, di parole vere, toccanti, relative alle morti di Mihajlovic, Vialli e dello storico preparatore atletico Ventrone, che hanno profondamente toccato il tecnico ex Chelsea, Juventus, Inter e adesso Tottenham. A volte diamo tanta importanza al lavoro e mettiamo da parte le nostre famiglie, il bisogno di stare con loro, poi succedono cose come quelle capitate ai miei amici e ti fanno pensare”. Sono parole di Antonio Conte, l’irrequieto carattere impulsivo, irascibile, mai contento, che questa volta mostra pubblicamente la sua vera faccia interiore, quella della fragilità umana. “No, non è facile avere la mia famiglia in Italia, ma quando hai figli che vanno a scuola devi rispettarli e non tralasciarli in un posto nuovo ogni due anni, far cambiare loro ambiente e amicizie. Non voglio che il mio lavoro abbia questo effetto sulla loro vita e a volte devi sacrificarti per loro. La mia famiglia cerca di starmi vicino come può, ma situazioni come quelle capitate di recente a Gian Piero, Sinisa e Gianluca rendono tutto più difficile”. E’ chiaro scoprire in queste parole il tratto di un uomo che ha dato tutto per arrivare in vetta al suo professionismo, ma che al tirar delle somme ci si accorge che questo mondo del pallone capace di arricchirti solo dal punto di vista economico, dell’immagine e della popolarità, frena notevolmente il sapore principe della vita che racchiude i valori umani e il calore della propria famiglia. Moglie e figli, genitori, amici che senti telefonicamente, che vedi magari giornalmente attraverso video chiamate, ma che nulla può colmare il vuoto creato dentro l’anima. Questa intervista ad Antonio Conte mi ha fatto ritornare indietro nel tempo, quando scrissi un testo intitolato Frammenti di fantasia pubblicato da Siciliapress, che ripropongo attraverso il link sotto riportato.            

https://www.siciliapress.it/2020/05/08/frammenti-di-fantasia/

Salvino Cavallaro

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