Che l’arte, la storia e la cultura siano senza tempo, questo lo si sa da sempre. Ma ci sono momenti artistici che in particolare ci ricordano un passato che sa di presente a tutti. A te che hai vissuto per generazione quel dato periodo, e a te che, invece, pur non avendolo potuto vivere perché sei venuto al mondo dopo, hai comunque assorbito l’elemento del sapere, del conoscere, del renderti inclusivo nello studio di quell’arte antica che è il teatro, che è il cinema, che sono i suoi personaggi che ne hanno scritto la storia. In fondo è proprio questo che induce a organizzare mostre ed eventi culturali capaci di allargare le nostre conoscenze, là dove sei trasportato da fotografie, riproduzioni, manifesti originali, riviste, locandine, dischi, francobolli e tutto quanto sviluppano la narrazione di ciò che è stato e sarà per sempre. E’ la grande bellezza di rivivere la storia e, in fondo, riuscire a farla anche un po’ tua attraverso le immagini che parlano, raccontano l’orgoglio di appartenere all’arte italiana. Crediamo che questo sia stato fondamentalmente lo scopo di Linguadoc Communication, del presidente Giulio Graglia, della curatrice Sabrina Gonzatto, di Gustavo Mola di Nomaglio che ha raccolto i materiali da collezione e dal Teatro Stabile di Torino, di organizzare una mostra intitolata a “Erminio Macario. Ciak si gira” promossa dal Consiglio Regionale del Piemonte. Inaugurata lo scorso 16 dicembre, la mostra è aperta al pubblico fino al prossimo 27 gennaio a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale del Piemonte in Via Vittorio Alfieri 15 – Galleria Carla Spagnuolo – a Torino e all’URP Via Arsenale 14/G. L’iniziativa è nata per celebrare i 120 anni dalla nascita di Erminio Macario, l’attore comico torinese di grande fama che lavorò per tanti anni in teatro, ma anche al cinema e alla televisione. Ricordi indelebili in bianco e nero che affascinano, forse anche inteneriscono al confronto delle tecniche con le quali oggi conviviamo in un’abitudine quasi scontata. Ma l’arte del recitare no, quella dei grandi interpreti come Macario è rimasta salda nel tempo e non ha subito il cambiar delle mode. Per questo apprezziamo lo sforzo organizzativo del Presidente di Linguadoc Giulio Graglia e della curatrice Sabrina Gonzatto, che in questa occasione, come peraltro in tanti altri momenti della vita artistica del passato dei grandi interpreti, mettono sempre a disposizione della cultura di tutti, ma soprattutto dei giovani, quel passato che se lo sai imprimere bene in te, potrai capire bene il presente e forse anche il futuro. Dagli anni ’20 del Novecento fino alla fine degli anni ’70 a Torino, in quel di Palazzo Lascaris e URP, è bello lasciarsi cullare dai video storici degli spettacoli teatrali del grande attore piemontese, con spezzoni di film e dell’immortale “Carosello” che sono ben visibili all’ingresso della mostra. Ed è proprio lì, tra gli otto pannelli espositivi che si narra la vita artistica di Erminio Macario, il famoso attore dal ricciolo ribelle ben stampato sulla fronte.
Salvino Cavallaro