Criticità all’ospedale di Milazzo, disagi per gli utenti ed assenza di interventi da parte dei vertici dell’Asp. E’ questa in sintesi l’attuale radiografia del nosocomio mamertino che emerge da un intervento del dottore Attilio Andriolo, referente di Cittadinanza Attiva-Tribunale del Malato, il quale, intervenendo soprattutto sui tempi d’attesa per una visita o un intervento, sollecita il neo Assessore regionale alla sanità, Giovanna Volo, facendo presente che “all’ospedale di Milazzo operano in tempi brevi solo i pazienti gravi, gli altri restano in fila d’attesa e può trascorrere anche un anno, come nel caso di un giovane che doveva operarsi al settonasale. Discorso simile- rincara il medico Andriolo- per chi deve ricorrere a prestazioni di Ortopedia, dove i sanitari intervengono nei casi di ricovero urgente al Pronto soccorso per traumi vari, o situazioni legate a patologie tumorali. Infatti, ci sono pazienti che, dovendosi sottoporre ad una risonanza magnetica dopo la
chemioterapia e la radioterapia, devono svenarsi provvedendo a pagamento in intramoenia perché i tempi sono inconciliabili con quelli dei controlli da eseguire necessariamente dopo queste tipologie di terapie”. Una problematica che ha indignato non poco la comunità, ma che non ha provocato alcuna reazione, né da parte delle istituzioni, né ha determinato un intervento degli stessi vertici dell’Azienda sanitaria messinese, al fine di risolvere la gestione di queste prestazioni, “perché altrimenti –sostiene Andriolo- davvero la sanità pubblica rischia di non avere più un futuro certo. La cittadinanza infatti, pur di evitare guai per la propria salute è pure pronta a rinunciare a nutrirsi e rivolgersi ad una struttura privata per avere contezza della propria situazione quando scattano disfunzioni”. Il problema degli appuntamenti fissati dai cortesi addetti del call center che gestisce il servizio prenotazione per conto dell’Asp, non riguarda soltanto il cittadino, ma
anche gli stessi sanitari. Cita Andriolo il caso che nei giorni scorsi un medico di famiglia ha telefonato per prenotare una visita specifica per una sospetta patologia al colon di un suo paziente, e, pur rappresentando l’urgenza, si è sentito rispondere che la prima data utile era febbraio 2023. La conclusione del referente di Cittadinanza Attiva-Tribunale del Malato, Attilio Andriolo, è che sia “doveroso invertire la rotta”.