Crolla l’Argentina e l’Arabia Saudita rimonta e batte Messi all’esordio. Argentina 1 Arabia Saudita 2; ed è subito calcio champagne. Che bella partita è stata, che calcio vitale, emozionante, spettacolare, abbiamo vissuto. Possiamo dire che il calcio espresso dall’Arabia Saudita ha fatto pensare al puro divertimento, senza l’assillo di momenti farraginosi e molto noiosi che il pallone moderno ci offre normalmente, così attanagliato com’è da pensieri tattici portati all’eccesso che soffocano ogni tentativo di emozionarci. Ma oggi no, oggi è stato come assistere a qualcosa di particolarmente divertente per la naturalezza e forse anche per un po’ di ingenua follia, nell’affrontare i “mostri” argentini senza timore riverenziale. Un confronto tra Davide e Golia giocato su un campo di calcio che è il palcoscenico dei Campionati del Mondo, l’Università della cultura calcistica dalla quale l’universo della sfera di cuoio è attratto da sempre. Ha vinto “Davide”, ed ha vinto davvero bene, surclassando un “Golia” forte anche un po’ della sua presunzione. L’Argentina, infatti, dopo essere passata in vantaggio con Messi su calcio di rigore, ha subito la grande rimonta di un’Arabia Saudita sempre in partita e ben messa in campo, nonostante gli oltre 14, immensi, minuti di recupero. Una vittoria meritata per la compattezza di squadra, l’attenzione, l’aggressività e quella sorprendente capacità di ordine tattico nell’andare a contrastare ogni pallone, ogni tentativo di cambiamento che l’Argentina ha tentato di fare. Segno tangibile di capacità di attrarre i tifosi attraverso le emozioni, svolgendo un calcio carico di adrenalina sprigionata dal pensiero filosofico che certi avversari superiori tecnicamente si possono superare attraverso il modo di scendere in campo nella convinzione di non avere alcun pensiero reverenziale. Certo, nel calcio non sempre basta solo questo principio, tuttavia, se chi riconosce obiettivamente di essere inferiore all’avversario dal punto di vista tecnico sa condurre in campo una partita attenta a non arretrare il proprio baricentro, ma sa avanzare all’altezza del centrocampo assillando gli avversari con continuo pressing, forza fisica e freschezza mentale, ecco che può venirne fuori la sorpresa che meraviglia tutti e sa di clamoroso. Sì, clamoroso non solo per il risultato ma anche e, soprattutto, nel gioco e nella sicurezza di trattare il pallone con semplicità e naturalezza, evitando quegli evanescenti tocchi di gran classe che l’Argentina ha in quasi tutti i suoi giocatori. E’ stata dunque una partita bellissima, coinvolgente, appassionante, che rivedremo probabilmente nel tempo per avere scritto negli annali del calcio saudita, una pagina importante e forse anche storica.
Salvino Cavallaro