Su un un punto i maggiorenti del centrodestra sono tutti d’accordo: il governatore Renato Schifani accelererà sul «dossier giunta» dopo la nomina dei sottosegretari nel governo Meloni. Dunque ancora qualche giorno, poi il presidente della Regione romperà gli indugi per raggiungere quell’equilibrio necessario per potere partire
subito. Il tempo stringe e le emergenze sono tante, Schifani ha convocato la prima seduta dell’Ars il 10 novembre.
Interpellando diversi dirigenti della coalizione – da FdI a Fi dalla Lega al Mpa – le posizioni, espresse all’ANSA, al momento appaiono cristallizzate. I ragionamenti sono sempre gli stessi: FdI aspira ad avere 4 assessorati e il presidente dell’Ars, 4 le deleghe su cui punta anche Forza Italia mentre continua ad aleggiare lo stesso interrogativo: Gianfranco Miccichè rimarrà a Palermo oppure opterà per il Senato? E se rimarrà a Palermo – cosa che in realtà Miccichè ha già detto in maniera incontrovertibile – tenterà di riproporsi alla presidenza dell’Ars?». Ognuno nelle proprie segreterie e nei conciliaboli di partito fa i propri conti. In FdI si parla di Infrastrutture, Sanità, Turismo e Agricoltura, ma anche in Fi l’appeal maggiore è verso la Sanità e l’Agricoltura ma anche per Beni culturali e Turismo; l’Economia piace al Mpa così come le Attività
produttive, delega questa che non dispiacerebbe alla Dc Nuova. Nella Lega si vociferano il Lavoro e i Beni culturali ma pure l’Istruzione. E Rifiuti ed energia? Ne parlano in pochissimi, è la delega più complicata. E sui nomi? Se la decisione di Schifani rimarrà quella di cooptare in giunta solo gli eletti la “rosa» di ogni partito è pressoché pronta. Se il governatore aprirà ad alcuni «politici-tecnici», allora, la partita appare indecifrabile. Anche perché nella «rosa tecnica» balla un nome di peso sul quale sarebbero stati presi degli impegni pre-elettorali.