Il prestigioso riconoscimento letterario è stato assegnato all’autrice francese Annie Ernaux. Queste sono state le motivazioni: “Per il coraggio e l’acume clinico con cui ha svelato le sue radici, le rimozioni e i limiti collettivi della memoria personale”. L’autrice de “Gli anni” e “L’evento” è molto amata per la scrittura autobiografica concisa e fulminante che riflette su memoria, vergogna e ruoli sociali. La scrittrice francese che oggi ha 82 anni, iniziò la sua carriera negli anni ’70, anche se la sua fama effettiva soprattutto nel nostro Paese si è manifestata dieci anni fa. Non è dunque un caso che le preferenze dell’Accademia di Svezia nell’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura 2022, siano cadute proprio su Annie Ernaux, un’autrice molto apprezzata e soprattutto letta dagli amanti della letteratura che sa imprimere una traccia indelebile, capace di infiltrarsi nell’anima e farti riflettere. Infatti, nella scrittura di Annie Ernaux, più che la forma e lo stile inimitabile si evince questo suo sapersi unire con il lettore, raggiungendo un rapporto di splendida empatia. Nata il 1° settembre 1940 nella cittadina normanna di Lillebonne da una famiglia di umili estrazioni sociali – i suoi genitori erano operai che poi hanno aperto una drogheria – studia Lettere prima a Rouen e poi a Bordeaux, per poi insegnare la lingua francese nei licei delle varie regioni francesi. Femminista e anche molto attiva dal punto di vista politico, Annie Ernaux si è sempre detta lontana dai circoli letterari e ha sempre predicato l’importanza di una letteratura che, prima di divenire universale, indaghi prima di tutto il sé. Ed è proprio questo il bello letterario di questa meravigliosa autrice. Nelle sue opere ha sempre indagato là dove le disparità che caratterizzano i rapporti di genere, la lingua, la condizione di classe, devono avere la priorità per incidere sempre sul senso di giustizia sociale. Il suo esordio letterario avviene nel 1974 con “Les armoires vides” (Gli armadi vuoti) pubblicato e tradotto in Italia dalla casa editrice L’Orma. Questo è stato il primo di una trilogia di monologhi interiori che ripercorrono la sua autobiografia e le sue origine in Normandia. Ma è soltanto dieci anni dopo questa pubblicazione che Annie Ernaux ottenne l’atteso riconoscimento letterario e vari premi letterari con il suo “La place” (Il posto) in cui emerge il ritratto schietto e spassionato di suo padre. Nei successivi libri mette sempre in evidenza la sua travagliata autobiografia con distacco; in “Una donna” del 1988 affronta la morte della madre e in “Passione semplice” del 1991 racconta la sua storia con un amante russo. Poi l’exploit dell’anno 2000 con “L’Evenement” (L’evento) dove la scrittrice mostra al mondo tutta la sua grande capacità di una scrittura irresistibile, là dove mette in evidenza lo struggente e onesto racconto di un aborto clandestino che la scrittrice ricostruisce in prima persona. Nel 2000 si ritira dall’insegnamento e si dedica completamente alla scrittura de “Les Anées” (Gli anni) uscito nel 2008. Partendo da fotografie e quadri realizzati nel corso di sessant’anni, l’autrice riflette e ci trasporta sulle tracce che quelle immagini hanno lasciato sui suoi ricordi più intimi per fare un discorso più sociologico e collettivo. E’ una sorta di autobiografia collettiva, così com’è stata definita nella traduzione di un significato che è il vero senso di ciò che ha voluto trasmettere empaticamente Annie Ernaux ai lettori. Per la bellezza di questa pubblicazione la scrittrice ebbe il premio alla carriera Marguerite Duras e poi anche il premio Strega europeo. “Il lavoro di un romanziere è quello di raccontare la verità. A volte non so quale verità sto cercando, ma è sempre quello che cerco”. “Già, cara Annie Ernaux proprio quella verità che ogni giorno cerco anch’io nella mia attività di giornalista, per trasmetterla con il senso etico della comunicazione corretta, nel rispetto della deontologia professionale”.
Salvino Cavallaro