Capita di andare a Taormina con amici, assistere a un bellissimo concerto e lasciarsi andare a cantare sotto l’effetto di brividi di emozione. Questo è successo al Teatro Greco di Taormina gremito di over 40, 50, 60 che ad ogni pezzo cantato da Antonello Venditti e Francesco De Gregori si è sviluppata una sorta d’intendere tale da armonizzare una serata carica di adrenalina. E’ la classica empatia capace di trasmettere un filo diretto tra artista e spettatore; quel qualcosa che non ti fa più restare seduto e ti induce a alzarti, cantare e applaudire ogni canzone proposta sul palco. Così è successo in una sera d’estate in cui anche i fulmini che hanno squarciato il cielo in lontananza, hanno fatto sì che lo spettacolo continuasse indisturbato dal principio alla fine senza alcuna interruzione. Uno spettacolo da cartolina, in cui alle nostre spalle si scorgeva una sorta di fiumana di gente appassionata che in più di due ore e mezzo di spettacolo è stata ammaliata da testi, musiche, luci, effetti speciali, cori e orchestra, che hanno fatto vivere una serata indimenticabile. Uno spettacolo che si è suddiviso in tre fasi essenziali, e cioè: il momento più coinvolgente, il momento più significativo e quello più toccante. Il momento più coinvolgente è stato quando Antonello Venditti ha cantato “In questo mondo di ladri”, invitando il pubblico ad alzarsi in piedi. Il momento più significativo, invece, è stato quando il duo Venditti – De Gregori hanno cantato spalla a spalla “Sempre e per sempre”, un inno ai rapporti che non possono perdersi mai, proprio come il loro. Ma il momento più toccante che ha toccato l’apice della serata è stato l’omaggio a Lucio Dalla, quando sulle note di “Canzone” si sono scaldati i cuori dei romantici, di coloro i quali hanno pensato in quel momento al tempo che è passato così in fretta e inesorabile. Momenti di storia, di vita, di canzoni eterne che hanno segnato periodi che si sono legati al costume ma anche a un’Italia così investita da movimenti politico culturali che fanno parte della storia del nostro Paese. Erano gli anni dei primi passi e dei primi contatti verso il successo, celebrati poi da Venditti nel ’78 in “Bomba o non Bomba”, la canzone che ha aperto il live. C’è poi da evidenziare la grandezza del sax di Amedeo Bianchi, un superlativo strumentista capace di arricchire le canzoni più note come “Generale” – “Ricordati di me” – “Notte prima degli esami” – “La donna cannone”. Ma la grande bellezza di questo duo di cantanti ben assortito tra loro è questo intendersi musicalmente pur evidenziando due stili diversi; più di nicchia lo stile di De Gregori, più commerciale e ad ampio respiro quello di Antonello Venditti. Tutto si fonde in un sound che stupisce per uniformità, anche quando ciascuno dei due canta le canzoni dell’altro, per poi continuarle insieme. E ad assistere a un successo di grande portata come questo, si direbbe proprio che l’idea di unirsi in un simile azzeccato concerto di canzoni senza tempo è stata davvero centrata. Così, mentre il pubblico quasi in delirio si alza in piedi, canta, batte le mani, si abbraccia, non sembra davvero che i 71 anni di De Gregori e i 73 di Venditti abbiano inciso negativamente su uno spettacolo che di divertente ha avuto tutto e di noioso assolutamente nulla, anche quando cantano insieme i pezzi più antichi e cioè quelli sanno degli anni del liceo come “Sara” o dell’impegno sociale post sessantottino come “Pablo e la sua Svizzera verde”. E’ dunque l’autenticità di questi due grandi artisti che si uniscono nel canto e nella loro musica con entusiasmo e autenticità. E mentre la richiesta del pubblico chiede il bis e il ritorno sul palco del Teatro Greco di Taormina per l’ultima canzone che si accompagna al saluto finaledi De Gregori e Venditti, anche noi che abbiamo vissuto momenti romantici e brividi di emozione, ci avviamo verso casa a notte fonda, nella consapevolezza di avere trascorso una serata davvero indimenticabile.
Salvino Cavallaro