Nutrizionista e Fisiologo, Diego Arcelli è laureato in Scienze Biologiche e in Medicina e Chirurgia. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Scienze Biomediche Endocrinologiche Neurofisiologiche presso l’Università degli studi di Ferrara, un master di specializzazione in Scienze dell’Alimentazione e nutrizione clinica presso l’Università degli studi di Bologna e un master di alta specializzazione in Genomica e Genetica Funzionale presso il Wellcome Trust Sanger Institute a HinxtonCambridge (UK). Ha vissuto tutti gli anni della scuola all’estero e precisamente in Venezuela, Florida, Brasile, Argentina e poi anche in Inghilterra e Olanda quando è diventato più adulto.
E poi? E poi c’è tanto altro da dire di Diego Arcelli, personaggio in cui emerge il tratto evidente della passione per tante cose della vita, come ad esempio la poesia, i cui versi sottolineano una sensibilità non comune, così com’è quella di coloro i quali riescono a cogliere gli attimi, i momenti, i palpiti che affiorano in alcuni attimi di vita e s’intersecano tra anima, cuore e cervello. E’ l’emozione che egli sa trasmettere ai suoi intimi lettori attraverso quell’empatia in grado di essere condivisa, apprezzata. Ma di Diego Arcelli c’è ancora da dire che è un amante di sport, di calcio e di passione per la sua Juventus, della quale, con vero e proprio senso dell’opinione oggettiva, ne descrive i momenti tecnici e tattici che emergono dal suo sentire come un vero e proprio giornalista super partes. Già, non è prerogativa di tutti i tifosi descrivere con cognizione di causa il calcio, materia già di per sé opinabile. Ma lui, Diego Arcelli, lo fa con molto senso deldescrivere ciò che è al di là delle simpatie o antipatie che in ogni campo accadono e che è difficile disgiungere tra razionalità ed emotività. Insomma un personaggio interessante del quale noi, in queste pagine di giornale, proveremo in seguito a conoscerne maggiormente il suo essere attraverso quell’interiorità che spesso porta all’anima di ognuno di noi. Di seguito pubblichiamo la sua poesia intitolata: “Il fiume d’autunno”.
Salvino Cavallaro
Il fiume d’autunno
Vista da questa parte,
la terra è di rari colori
non sentieri e vento
che rimangano a raccontarci,
é una lunga lingua di terra,
stesa nella distanza senza rilievo…
ho attraversato il fiume in un sogno,
in una sera d’autunno
non vi erano guadi ne attracchi,
era notte di nebbia
e il risveglio erano solo parole
con tutto ciò che comporta
a quel posto rimasto inutilmente vuoto….
Non vedo le luci tra le foglie
Sono solo racconti di parole e memorie
di suoni sfumati e luci disperse nei
tramonti,
respirando la gravità dell’aria
rimane la percezione di riverberi
sovrapposti….
ed essere presenti in questo giorno
fa parte dello stesso destino rivissuto,
rimanendo appesi all’intenzione
di toccare soltanto chi ci sfiora….
eppure tutto mi accompagna
dove la parola non muore e la quiete
è un silenzio in movimento
dove nessuno mai arriverebbe….
Diego Arcelli