Peccato. Un’altra occasione per cambiare la Giustizia in Italia è andata sprecata in una domenica in cui la situazione climatica del nostro Paese ha consigliato gli italiani di recarsi al mare o in quei luoghi adatti a refrigerarsi. Tuttavia, non sappiamo dire se questo è stato il vero motivo di un flop quasi annunciato, o piuttosto se tutti noi addetti all’informazione abbiamo la grande responsabilità di non avere raccontato abbastanza l’importanza di un cambiamento – o miglioramento che dir si voglia – dello stato di Diritto in Italia. Tanti motivi di interesse per tutti noi cittadini italiani, erano racchiusi in quelle cinque schede dai diversi colori che proponevano almeno un momento di riflessione tipo: Se esiste o no un problema legato alla carcerazione preventiva, al giudizio del magistrato che non ha possibilità di cambiamento,e tanto altro che bastava porre almeno in dubbio. E non è vero quel retro pensiero qualunquista – tutto italico – che certi quesiti sul sistema di Diritto in Italia siano soltanto un problema di “nicchia” riservato agli addetti ai lavori come magistrati, avvocati e chi per lavoro frequenta i luoghi delle varie udienze giornaliere. No, perché certi quesiti posti grazie a Dio in uno Stato Democratico come il nostro, in cui ognuno di noi può dare la propria opinione, è un valore da non sottovalutare. E nel caso specifico della magistratura, non basta lamentarsi passivamente,rifugiandosi soltanto in giudizi che manifestano la forte presenza della politica in questo particolare settore. La Giustizia è un servizio per il cittadino che ne è fruitore e non appartiene a qualcosa che non lo riguarda direttamente. Nonostante ciò, l’affluenza definitiva ai referendum è stata di poco superiore al 20,9% con un quorum nettamente fallito. Al primo quesito: “Non candidabile dopo la condanna” l’affluenza è stata del 20,95% – al secondo quesito – “Limitazioni misure cautelari” l’affluenza è stata del 20,93% – al terzo quesito – “Separazioni funzioni dei magistrati” l’affluenza è stata del 20, 93% – al quarto quesito – “Membri laici consigli giudiziari” l’affluenza è stata del 20,92% – al quinto quesito – “Elezioni componenti togati CSM” l’affluenza è stata del 20,92%. Statistiche che parlano chiaro di un disinteresse che ha il sapore della delusioneper quello che poteva essere e non è stato.
Salvino Cavallaro