In piena stagione turistica, si costituisce a Vulcano un Comitato Spontaneo a difesa del turismo, delle attività commerciali, imprenditoriali e di tutti coloro che vivono sull’isola tutto l’anno e sanno bene che la stagione estiva rappresenta l’ unica opportunità per reperire le risorse con cui vivere l’inverno isolano e continuare ad investire nelle strutture turistiche e non. Purtroppo quella di Vulcano da un anno ha assunto i connotati di una storia triste, un’isola emarginata che spaventa gli habitue’, coloro che puntualmente tutti gli anni raggiungevano l’isola per trascorrervi giornate fatte di relax e ritmi che solo un’isola come Vulcano può scandire. Raggiungevano si, purtroppo si parla al passato perché “l’allarmismo non supportato da dati scientifici” come scrive il comitato spontaneo, ha fatto si che molti hotel ricevano quotidianamente disdette di prenotazioni, capita che si chieda dove poter alloggiare su altre isole o dove affittare mezzi di trasporto sempre altrove, come se Vulcano incutesse paura, timore che da un momento all’altro possa succedere qualcosa di grave, che il cratere si risvegli definitivamente. E questo timore, allontana la gente anche i più affezionati vacanzieri dell’isola. Non possono più stare in silenzio imprenditori, commercianti, semplici cittadini, di fronte ad una situazione che rischia di comportare il tracollo economico di un’intera isola. “Abbiamo accettato in silenzio quando un anno fa, quasi a fine stagione estiva, sono iniziate le prime restrizioni, le prime misurazioni, i monitoraggi. Abbiamo atteso composti di poter tornare nelle nostre case, quando ci hanno detto che non potevamo più dormire a casa nostra e siamo stati così ospiti di parenti o amici” si legge nella lettera ma adesso questo sentimento di resilienza sull’isola di Vulcano non c’è più, non può più esserci perché il rischio economico è troppo alto e perché molte promesse sono state disattese. Per esempio, gli albergatori che hanno offerto ospitalità alle persone evacuate che non avevano un’alternativa alla propria abitazione, non hanno ancora ricevuto il contributo previsto per aver offerto solidarietà a questa gente. Poi, nonostante i valori fossero in costante decrescendo, il vulcano è rimasto inaccessibile, pena una multa di 500 euro per violazione dell’ordinanza. E ancora, l’impatto mediatico; tremendo, devastante, una pubblicità negativa giorno dopo giorno che ha dato al mondo un’immagine di Vulcano come isola da evitare. “ Ci sono centinaia di foto degli anni passati ‘80 ‘90 in cui si vede il mare bianco come lo è adesso ma allora non successe nessuno scandalo” ribadiscono gli abitanti. La chiusura della Baia di Levante poi, è stata per tutto il settore turistico l’ultima di una serie di ordinanze che hanno allontanato dall’isola e di fronte a questa pubblicità tutta negativa, anche “i vulcanologi, si legge nella lettera, hanno confidato a diversi abitanti la loro sorpresa ante un provvedimento che considerano dubbioso, esagerato ed estremamente poco etico”. Non ci stanno i vulcanari a subire ancora questa pesante situazione e, mentre sono rimasti a guardare e aspettare per oltre un anno che qualcosa volgesse a loro favore e che l’emergenza finisse visti i dati confortanti del monitoraggio, adesso chiedono spiegazioni pronti a tutto, alla sommossa popolare e all’agitazione sociale pur di difendere la loro isola, il loro lavoro, le loro famiglie.