A vedere questa Italia dei giovani, apprezzata contro la Germania e l’Ungheria, viene da chiedersi perché il C.T. Mancini non abbia avuto il coraggio di pensarla e metterla in campo prima, e cioè quando si giocava per entrare a far parte dei prossimi mondiali in Qatar. Proprio lui che sbandiera giustamente l’importanza di ricominciare attraverso i giovani che raccomanda di farli giocare anche nelle squadre di Club. E allora ci fa pensare che le parole sono sempre più forti del coraggio di essere coerenti con ciò che si sostiene. Ma c’è sempre quel retro pensiero, quel retaggio tutto italico di sostenere che nel calcio i giovani sono la vera forza, ma poi all’atto pratico ci si fa prendere dalla paura, dai timori di un insuccesso che provocherebbe critiche anche pesanti; e alla fine si opta per una squadra di giocatori rodati e “affidabili” che, come in questo caso, erano reduci dalla conquista di un Europeo vinto ai rigori, ma vinto; e tanto basta. E mentre quella Italia che è stata bocciata dal partecipare al Calcio Mondiale è apparsa stanca, povera di idee, confusa anche in quei famosi calci di rigore sbagliati da Jorginho, si è proseguiti in una strada chiusa. E adesso c’è un’aria nuova che si respira nel club Italia, un apporto di freschezza fisica e mentale in grado di pressare alto, verticalizzare il gioco con imbucate che non vedevamo da tanto tempo e grande compattezza di squadra. E non sappiamo se dire che questa è la Nazionale di Gnonto sia esagerato, fatto è che questo ragazzo di colore che ha dato vigore alla squadra già contro la Germania, facendo ritrovare lo spirito della Nazionale che avevamo visto un anno fa. E dietro di lui, dalla sua vivacità, dalla sua voglia di saltare l’avversario creando superiorità numerica, tutta la squadra ha preso consapevolezza e quell’autostima perduta soprattutto dopo la cocente batosta subita contro l’Argentina. E così la Nazionale formata da Donnarumma, Calabria, Mancini, Bastoni, Spinazzola, Cristante, Politano, Barella, Pellegrini, Gnonto, Raspadori è piaciuta non tanto perché ha vinto, ma soprattutto perché ha convinto. Naturalmente, scriviamo questo non perché pensiamo che con la bacchetta magica si siano aperti orizzonti fertili di calcio vero capace di avere risolto tutti i problemi in essere di un pallone italico che resta da guarire, ma continuare su questa strada è l’unica cosa da fare. Quindi,diciamo, avanti con coraggio Italia del calcio. I giovani sbaglieranno per inesperienza, ma alla fine si costruirà con pazienza un nuovo ciclo. E’ necessario!
Salvino Cavallaro