Dare merito alla Roma, alla società giallorossa, alla squadra e al suo allenatore Josè Mourinho è un fatto dovuto per tanti motivi. Non per ultimo l’importanza di avere riportato in Italia una Coppa Europea che mancava da tanti, troppi anni. E se Mourinho si fregia giustamente di avere vinto in carriera tutte le Coppe Europee tranne la Coppa del Mondo, è altresì vero che nessuno come lui ha portato negli ultimi anni un club italiano ai vertici dell’Europa calcistica. Tuttavia, i tanti problemi riguardanti il calcio italiano non si possono certamente cancellare con un semplice colpo di spugna. Godersi la soddisfazione di una notte in cui un club italiano ha alzato la Coppa sul cielo di Tirana, ha certamente riempito di gioia e speranza il popolo giallorosso, ma anche il calcio italiano con le sue varie fedi e bandiere diverse. Ma c’è sempre un “ma” che amaramente lascia in sospeso il grave problema da risolvere delle squadre italiane che agli ottavi, ai quarti di finale e talora pure ai sedicesimi, restano sistematicamente fuori dalle Coppe Europee. Tutto ciò fa pensare anche e soprattutto alla debacle della Nazionale Italiana che, nonostante essere stata Campione d’Europa a giugno 2021, illudendo tutti che tale conquista segnasse la rinascita del nostro calcio, ci siamo ritrovati ad essere fuori dalla Coppa del Mondo per la seconda volta consecutiva. Un grave problema a livello economico e di immagine perduta, che ci lascia ai margini del calcio che conta, quel calcio che storicamente ci ha portati sul tetto del mondo e che adesso ci vede fuori. E allora pensiamo che tanti sono i fattori negativi che hanno prodotto questo indietreggiare, mentre altre squadre europee e mondiali continuano a essere all’altezza della situazione. Per questo motivo pensiamo che nulla nasce dal nulla e che ad ogni successo o insuccesso calcistico ci sia sempre alla base un motivo radicato che dà la risposta. Spesso si è parlato dei tanti giocatori stranieri acquistati dalle squadre italiane senza apportare grandi cambiamenti a livello tecnico, se non qualche vero campione – vedi CR7 – capace di dare più che altro un apporto di immagine e introiti commerciali alla società, senza tuttavia conquistare alcun titolo europeo. Investimenti che si potrebbero fare a livello dei vari Settori Giovanili che da troppi anni ormai sono stati abbandonati al loro destino, con la di non alimentare i probabili campioni nascenti di casa nostra, i quali potrebbero rinvigorire la nostra Nazionale di Calcio. Così si esprime il Presidente della F.I.G.C. Gabriele Gravina: “Io non pensavo che il calcio italiano fosse guarito dopo la vittoria all’Europeo, che pure mi ha reso enormemente felice; così come penso che sia finito con il fallimento alle qualificazioni mondiali – che certo mi addolora – Ciò che invece mi preoccupa molto è la sostenibilità del sistema di cui devo essere garante. E per portare a termine la riforma più importante c’è solo un modo: abolire il diritto di veto già da quest’anno. Non è ammissibile che una sola Lega possa bloccare tutto: se non ci sarà un accordo, convocherò un’assemblea straordinaria per toglierlo”. Storie di eterne diatribe politiche tra Lega e F.I.G.C. – storie che non modificano e non apportano soluzioni al sistema calcio che si vede inondato dai gravi problemi dei conti economici delle società di calcio in un sistema non più sostenibile. In tutto ciò, esiste anche il problema delle infrastrutture ormai vecchie e mai all’altezza dei grandi club europei. Insomma, i temi da dibattere e cercare di risolvere a fondo sono davvero tanti. E non può certamente illudere la pur bella ed entusiasmante vittoria della Roma in Conference League o la recente Coppa Europea conquistata dalla nostra Nazionale a risolvere una situazione che al momento dà la vaga impressione di essere senza via d’uscita. Per ritornare a vincere in Europa e nel mondo ci vuole un pallone sano; quello italiano, purtroppo, non lo è più. Dunque, bisogna correre ai ripari. Qual è la giusta terapia da consigliare al paziente malato?
Salvino Cavallaro