Ci sono giorni bui, giorni in cui anche la luce più abbagliante non riesce nemmeno a sfiorare l’opacità provocata dal dolore di una morte. Si dirà che è la vita, si dirà pure che si nasce, si cresce e si muore, tuttavia, quando a mancare è un personaggio che ha inciso in modo particolare per ciò che ha saputo imprimere alla vita, ebbene, allora il dolore è ancora più forte. Pier Giorgio Frassinelli aveva 84 anni, ma il suo spirito mai domo e sempre pieno di idee ed entusiasmo, lo faceva apparire giovane in mezzo ai giovani. Sì, perché Giò Frassinelli è stato l’inventore del Superoscar, il padre del torneo giovanile più famoso in Piemonte. Ha trascorso quasi tutta la sua vita nei campi di calcio dilettantistici, dedicando il suo tempo ai giovani e a quel calcio che pur con tutte le sue controversie, resta pur sempre uno splendido momento di aggregazione sociale. Inventare un torneo di calcio dilettantistico di sana pianta come il Superoscar non è da tutti, soprattutto per il senso che Frassinelli ha voluto dare ai giovani e a quelle società piemontesi sempre attente a partecipare per dare luce splendida ad una vetrina che per i propri calciatori si tramutava in orgoglio di esserci, comunque fosse andata a finire. Chi vive la realtà delle società dilettantistiche, le quali imperniano la loro attività principale sul calcio e sulla crescita di tanti giovani, ben sa quanta fatica e forte passione amatoriale c’è dentro le mura di ogni angolo di casa del pallone dilettante. Organizzazione e preparazione tecnica sono alla base di tutto, senza pensare ai fine settimana, ai tornei, ai campionati da seguire con trasferte talora anche lontane e costose che impegnano le domeniche e le feste comandate. Ma c’è chi tutto questo ce l’ha nel sangue e in quel DNA che nasce in te e poi muore con te. Così è stato Giò Frassinelli, un personaggio che ha creduto nei giovani, nel calcio dei dilettanti, nel rapporto sempre ben curato con tutte le società di calcio piemontesi ed ha saputo partorire quel Superoscar che nel tempo è diventato l’orgoglio andato oltre la semplice passione. Ci dispiace davvero avere perso l’anima, il cuore pulsante di un calcio torinese che attraverso il Superoscar ha dato segni di forza, nonostante gli insormontabili problemi creati per lo sport in genere da parte della pandemia covid. Ma lui, Giò Frassinelli, è stato sempre l’esempio più eclatante di non abbattersi mai, di non mollare mai, ma di continuare nella strada della speranza della luce che sempre arriva dopo il buio della notte. “Dai a ogni giornata la possibilità di essere la più bella della tua vita”. E’ una bellissima frase di Mark Twain che abbiamo voluto citare per ricordare Giò. Sì, perché in fondo era questo il senso del suo calcio, dei suoi giovani e del suo avere inventato il Superoscar, il torneo più importante del pallone dilettantistico piemontese.
Salvino Cavallaro