Juve, ammetti i tuoi errori

E’ la società più blasonata d’Italia, la più scudettata e con il maggior numero di tifosi, ma c’è troppa propensione a nascondere sempre le cose. Capiamo che ci stia pure un certo modus operandi di non fare trapelare notizie che riguardano la società e i suoi progetti, tuttavia, sarebbe opportuno che di fronte a un fallimento stagionale di tale portata, tu Juve avresti dovuto quantomeno presentarti davanti alle telecamere di Sky senza arrampicarti sui vetri. E’ successo a Paratici l’ingrato compito di difendere l’indifendibile, presentandosi inaspettatamente per raccontarci che non ci si può dimenticare che la Juve ha vinto nove scudetti consecutivi, che in Champions è arrivata due volte in finale, che contro il Benevento si è giocato male e perso meritatamente, che è giusto riflettere per i giocatori quanto pesa indossare questa maglia, che Pirlo continuerà il progetto intrapreso con la Juve, che…..che…..che….Ma quante banali e precostituite risposte che sanno di aria fritta! La Juve ha sbagliato sonoramente tutti i suoi calcoli tecnici, tattici ed ha buttato al vento un patrimonio di denaro facendo l’errore imperdonabile di pensare che il sacrificio economico per Ronaldo potesse significare fare quel salto di qualità tale da vincere finalmente la Champions League. Tuttavia, non ci sentiamo di penalizzare CR7, del quale riconosciamo l’importanza di averlo in squadra nonostante che nessuno sia in grado di dirgli di farsi da parte quando si tratta di tirare le punizioni, ma è sui vari Rabiot, Ramsey, Arthur, Kulusevski, Bentancur (impiegato in un ruolo davanti alla difesa che per sue caratteristiche tecniche non gli è congeniale) che bisogna porre il punto di una supervalutazione tale da disperdere denaro inutilmente. Dunque, la società è per noi la prima ad essere sotto accusa a cominciare dal Presidente Andrea Agnelli, per continuare con Nedved e per finire con Paratici. La triade non è sempre di comune accordo nelle varie decisioni importanti della società, come ad esempio la scelta degli allenatori, infatti, fonti vicine ai vertici societari riferiscono del licenziamento di Allegri sostituito da Sarri per volere di Nedved e Paratici, mentre Agnelli dopo avere mandato a casa Sarri ha imposto la panchina di Pirlo. Non sappiamo se questo corrisponda alla verità di questa società sempre ermetica e intrapelabile nelle sue scelte, tuttavia, quando i nodi vengono al pettine come in questo caso, c’è da rimboccarsi le maniche e chiedere scusa al popolo bianconero. Ripetiamo che non è scritto da nessuna parte che la Juve debba vincere tutti gli anni il campionato ed essere in corsa per tutte le competizioni, ma quando il fallimento è così evidente, ebbene, bisognerebbe non nascondere l’evidenza dei fatti. Fatti incresciosi che sono cominciati questa estate con il caso Suarez finito in Procura a Perugia e poi continuati con una serie di errori dirigenziali che non sanno di Juve ma hanno qualcosa di simile a gestioni di società dilettantistiche. E poi Pirlo, la ciliegina su una torta bella in apparenza ma lavorata in maniera raffazzonata. Un allenatore neo patentato messo lì per giustificare l’errore anche economico sostenuto dalla società bianconera per rispettare a vuoto il contratto di Sarri. Altro errore! Prima allenatore dell’Under 23 e dopo una settimana coach della Prima Squadra. Un susseguirsi di situazioni che sembrano rattoppare falle profonde ed errori che fanno pensare al tentativo di sperare nella mano benevola del fato. No, questo sistema non è da Juve, non può esserlo. Rischiare con Pirlo, pensando a una scommessa da vincere è quantomeno azzardato e pericoloso, proprio perchè sei la Juve e non puoi rischiare la faccia anche a livello internazionale. Altro errore è stato quello di dare l’opportunità a Marotta e Conte di andare a rafforzare proprio l’Inter, l’antagonista di sempre, proprio perchè Agnelli non ha voluto che l’allenatore tornasse alla Juve. Insomma tutta una serie di situazioni che giustificano il fallimento di un’annata in cui la Juve pur essendo stata in corsa su tutto, adesso si ritrova con la sola finale di Coppa Italia da giocare contro un’Atalanta che la sovrasta per gioco, mentalità e chiarezza tattica. Adesso bisognerà voltare pagina mettendo da parte i soliti stereotipi qualunquistici come “Vincere è l’unica cosa che contaoppure “La maglia della Juve pesa molto addosso ai calciatori”, tutte cose trite e ritrite. Adesso la Juve deve risprendere dall’alto dei suoi vertici quello stile e quell’immagine di società ben organizzata che sta perdendo. Non basta dire ai tifosi che ogni anno si tenta di vincere la Champions, perchè se non ci sono i presupposti è meglio tacere.

Salvino Cavallaro        

 

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