Eppure, nonostante questo, nel Paese Italia così lacerato dalla crisi economica e finanzia che si è ingigantita a dismisura nel pieno della pandemia sanitaria, si è aspettato di arrivare alla frutta per chiamarlo a salvare il salvabile per ricostruire il futuro. Il Prof. Mario Draghi è un personaggio di grande livello culturale che l’alta finanza europea ha capito subito di avvalersene per uscire dalla crisi dell’euro. Per noi Mario Draghi non sarà solo il Premier italiano a lavorare bene per il nostro Paese, ma sarà anche il prossimo Presidente della Repubblica. Non ci sono dubbi. I principali giornali europei e mondiali elogiano la scelta del Presidente Mattarella nell’avere puntato sull’unico nome in grado di assemblare un esecutivo istituzionale appoggiato da tutte le forze politiche, evitando l’unica altra alternativa sulle elezioni anticipate che avrebbero sconquassato già gli esili equilibri di un Paese alle prese di un ritrovarsi, dopo essersi perduto per colpe di errori e incapacità politiche che la storia di questo nostro italico paese ricordi. Da Le Monde al The Wall Street Journal e al New York Times, l’arrivo di Draghi viene visto come essenziale per le sorti dell’Italia. Si vocifera addirittura che persino gli Stati Uniti d’America abbiano consigliato al Presidente Mattarella il nome dell’ex numero uno della Bce per formare il nuovo governo italiano. Segno evidente che l’operato di questa eccelsa mente del mondo dell’alta finanza che ben conosce le strade per uscire fuori dal tunnel delle varie crisi politico – economiche e finanziarie che ha incontrato nel suo lungo percorso professionale, sia inteso come unica vera carta che l’Italia ha a disposizione per lavorare bene nella programmazione di un piano di riforme per il Recovery Plan. Il Piano di Ripresa e Resilienza deve essere inviato all’Europa entro il mese di aprile 2021, per una valutazione delle misure e delle azioni intraprese per superare e affrontare le conseguenze economiche e sociali causate dal Covid 19. Azioni da porre insieme per completare un documento capace di individuare il modo più consono per il rilancio dell’Italia che poggia su un totale di 222 miliardi di euro. Troppo tempo si è perso in chiacchiere, bisticci, parole dette in politichese di chi ne capisce poco o niente e fa confusione nel non far capire nulla a chi come noi aspetta qualcosa che non arrivava mai. Così nei piani d’investimento per la Sanità, Scuola, Lavoro, Riforma della Giustizia, digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione, coesione e tanto altro, in un’Italia che si è fermata da troppo tempo, che chiede aiuto all’Europa ma non è stata in grado fino ad oggi di creare un documento capace di definire le misure adatte alla ripresa. Ma adesso la soluzione c’è, all’orizzonte è apparso quel Mario Draghi che tutti ci invidiano, e noi, chissà perché, l’abbiamo pensato troppo al di sopra delle parti, troppo adatto a risolvere altruisticamente i problemi finanziari di quell’altrui altrove di cui ne siamo parte importante, ma non in misura tale da metterci ai margini, dando le sorti del nostro Paese in mano a personaggi inadatti alla causa di risalita, dopo una così grave caduta. E ora aspettiamo con ansia gli eventi. Noi siamo pronti a puntare sul nostro cavallo che sarà sicuramente vincente. Il buongiorno si vede già dal mattino.
Salvino Cavallaro