Gentilissimo Dottor Mario Draghi,
Le scrivo in veste di rappresentante del Movimento di pensiero “Sudisti Italiani”, che si prefigge l’obiettivo primario della soluzione della problematica, di natura economico-sociale e, nel contempo, morale, definita “Questione Meridionale”, che si configura, essenzialmente, come emancipazione socio-economica, nonché culturale, in tutte le sue accezioni, del Meridione d’Italia, che resta, dal sorgere della Repubblica Italiana, “figlio di un dio minore”, in quanto povero, senza lavoro per la stragrande maggioranza dei suoi cittadini, nonché preda delle mafie, le quali traggono benefici e, pertanto, profitti, dalla sua emarginazione, che si connota non solo in termini sociali ed economici, ma anche e soprattutto, come emarginazione politica, in quanto la voce del popolo meridionale non è mai stata ascoltata dal mondo politico, come il corso della storia, con desolazione, attesta indiscutibilmente.
Per tale ragione, si deve tristemente prendere atto del fatto che la storia del popolo meridionale è rimasta una storia isolata dal contesto della nazione italiana.
Non vi è dubbio alcuno che il popolo italiano, quello rappresentato dagli attuali partiti politici, si senta rassicurato dal Suo volersi prendere cura delle sue ferite e del suo dolore, generati dall’attuale pandemia.
L’Italia ha, indubbiamente, bisogno di Lei, della Sua profonda intelligenza, che si esplica in termini di indiscussa e creativa conoscenza della materia economica, nonché come espressione di elevati valori sociali ed umani, nonché politici.
Siamo certi che il Suo Amore, ampiamente dimostrato, per la nazione italiana, La condurrà verso mete davvero insperate.
Mi preme sottolineare, tuttavia, che la vita politica italiana non è unicamente rappresentata dai partiti che varcano, baldanzosi, la soglia del Parlamento Italiano, ma che è rappresentata anche da correnti di pensiero, da movimenti ed altre forme associative, che vivono fuori dal Parlamento, che si impegnano, in modo altisonante, con profonda empatia e sincerità, nonchè accorato impegno, affinché vivano i diritti di tutti i cittadini italiani e, soprattutto, di coloro che non sono rappresentati da chi, molto spesso – ci dispiace, con franchezza, doverlo constatare – con ostentato orgoglio e con evidente indolenza verso il prossimo, siede sugli scranni del Parlamento, senza aver ascoltato la voce di moltissimi italiani, non certo perché fioca ed insignificante, ma perché non suffragata da alcun potere che possa rappresentarla.
Essa è, indubbiamente, e non possiamo negarlo, la voce di coloro che non solo non costituiscono la minoranza, ma rappresentano anch’essi il cuore pulsante dello Stato italiano, in quanto, con la loro umiltà e con un evidente spirito di sacrificio, contribuiscono a far vivere l’economia e, pur non avendo un lavoro tutelato dalle leggi dello Stato Italiano, pur non avendo beni materiali, addirittura neanche una casa, sono, tuttavia, animati dalla fervida volontà di voler essere cittadini onesti e produttivi anche di benessere per tutti, seppur senza forme di tutele.
Essi non sono la minoranza e lo ripeto: è questa la verità più tragica e dolorosa della nostra nazione.
Essi costituiscono la maggioranza silenziosa, che non usa la violenza e neppure la parola urlante, violenta ed offensiva che, tristemente, spesso, si sente echeggiare negli ambiti propri delle Istituzioni, in cui siedono uomini la cui cultura umana sembra essere se non assente, tuttavia dormiente.
I cittadini, di cui Le parlo, sono, senza alcun dubbio, cittadini italiani, resi ancor più fragili dalla pandemia, i quali, pur di fronte alla miseria che li affligge, dimostrano di non aver smarrito il senso profondo della propria dignità.
Essi posseggono, nel loro cuore, valori profondi a cui, neppur trafitti dalla miseria più dolorosa, rinunciano per cercare strade oscure e non legali al fine di procacciarsi da vivere.
Essi rappresentano lo Stato Italiano ed, ancor più, il suo mirabile splendore, in quanto ne rimarcano la dignità e la democrazia, che è tale solo quando vive nel cuore umano, perché solo quando vive nel cuore umano, può realmente manifestarsi nelle azioni dei cittadini.
E’ vero che stiamo parlando di tutti i cittadini italiani.
Tuttavia è vero anche che parliamo, in modo preminente, dei cittadini del Meridione d’Italia.
E’ stato dimenticato, purtroppo, da parte di tutti i partiti che si sono avvicendati, dal dopoguerra in avanti, nei luoghi istituzionali, che il Meridione d’Italia fa parte della nazione italiana.
Per tale ragione, Le chiediamo che il Recovery Plan includa il Sud Italia a cui devono essere destinati progetti notevoli per il suo sviluppo affinché si compia, definitivamente, la tanta agognata ed imprescindibile ‘”unificazione italiana”, in quanto condizione imprescindibile perché vi sia reale sviluppo e benessere per l’intera nazione italiana.
Lei sa bene che, se il Sud Italia diviene ubertoso, diviene davvero ubertosa l’intera nazione italiana.
A Lei tale verità non sfugge certamente!
Per tale motivazione, sono pienamente convinto, che Lei rivolgerà il Suo impegno economico e politico anche al Meridione d’Italia, con lo stesso fervido amore per il benessere ed il miglioramento sociale che ha sempre caratterizzato il Suo impegno, facendo di Lei il più illustre e pragmatico economista, non solo a livello europeo, ma, indiscutibilmente, a livello mondiale.
In Lei riponiamo, senza timore di essere delusi, la nostra immensa fiducia.
Biagio Maimone