Le sofferenze di questi lunghi mesi di pandemia che hanno dimostrato come sia debole un’umanità che crede solo nella scienza e nella tecnologia, mi ha fatto riflettere come nel mondo ci sia bisogno di una importante identità di valori cristiani. Penso che Papa Francesco, più volte dipinto dalla gran parte dei media come un rivoluzionario della Chiesa, sia in realtà un vero seguace del Vangelo. Fin dall’inizio del suo Pontificato, infatti, ha dato segnali di cristianesimo puro, di palpabile dimostrazione che le pagine del Vangelo bisogna seguirle con l’esempio di una quotidianità manifestabile nei suoi gesti esplicativi di semplicità comportamentale, piuttosto che ornata da evanescenti parole e fatti carichi di apparire senza essere. Porre il proprio saluto dicendo: “Buonasera” – Portare la Croce in argento anziché in oro, comprare personalmente le scarpe ortopediche, andare dall’ottico a farsi riparare gli occhiali, usare una valigetta nera non di marca, telefonare direttamente alla gente dicendo: “Pronto? Buongiorno sono Francesco….” non è rivoluzionare l’immagine del capo della Chiesa nei suoi più emblematici gesti che da sempre ne hanno caratterizzato la figura suprema, ma, più semplicemente, è avere nell’animo un qualcosa che non rispecchi esattamente il Potere esteriore della Chiesa, ma rifletta il Vangelo partendo da una unione di popoli che metta da parte la prosopopea delle gerarchie. “Non ci salverà il moralismo, ma la carità” dice Papa Francesco sul suo nuovo testo inedito in cui cita anche Lutero – “Non aiutare il prossimo è rubare”-. Si intitola “Trasformare il mondo” ed è contenuto nel libro “Il cielo sulla terra – Amare e servire per trasformare il mondo” edito da Editrice Vaticana, in libreria da martedì 24 novembre. Tanti sono i temi portati alla luce degli sguardi sul quotidiano del nostro vivere. Temi che si riferiscono a domande capaci di sensibilizzare le nostre coscienze, come ad esempio l’interrogarsi se si può ancora credere oggi in un mondo nuovo, più giusto e fraterno, oppure se si può sperare in una trasformazione delle società in cui viviamo, dove a dominare non sia la legge del più forte e l’arroganza del dio denaro, ma il rispetto incondizionato della persona. Papa Francesco su questo è molto chiaro, sicuro di farci riflettere sulla società del disincanto con la dolcezza che gli è consona, ma anche con la convinzione dell’agire con fermezza che si connatura al proprio essere. Ecco, penso proprio che di Papa Francesco si debba cogliere il tratto di una figura ecclesiale forte sotto il profilo di una Chiesa più moderna, capace di sostenere i concetti fondanti del Vangelo in un mondo che cambia al pari della persona, proiettata com’è verso la cultura del rispetto della diversità senza la condanna del peccato. Papa Francesco è figura carismatica e illuminante del nostro tempo, capace di attrarre l’interesse anche dei non credenti. Non è un rivoluzionario, di questo ne sono certo!
Salvino Cavallaro