«La comunità produttiva del nostro territorio ha un’importante occasione di crescita e innovazione in direzione della sostenibilità, in tutti i settori economici». Così il presidente della Camera di commercio, Ivo Blandina, nell’introdurre i lavori del workshop “Il Green new deal di industria e lavoro – Gli obiettivi di sviluppo sostenibile e la transazione ecologica ed energetica”, svoltosi al Palazzo camerale.
«Una prospettiva di sostenibilità legata a due elementi – aggiunge Blandina – l’accentuarsi di misure che tendono a ridurre l’uso di combustibili fossili e un maggiore sfruttamento delle energie rinnovabili. Il che presuppone l’adozione di nuove tecnologie, rilanciando le imprese sul piano competitivo, a condizione che le produzioni siano sempre più green e rispondano a consumatori sempre più attenti. Un’opportunità da non perdere per la provincia messinese, che parte certamente favorita rispetto ad altri territori anche grazie all’istituzione delle Zone economiche speciali, alle misure a favore della riduzione del costo del lavoro e agli incentivi economici messi in campo dai Governi nazionale e regionale».
L’idea è quella di “accompagnare” l’Europa, attraverso il “Green new deal”, sino alla “carbon neutrality”, ossia a zero emissioni di anidride carbonica, entro il prossimo 2050.
«Il Green New Deal è lo sforzo che l’Europa e gli stati membri stanno facendo per colmare il loro deficit tecnologico nei confronti di USA e Cina soprattutto – afferma Giuseppe Sabella, direttore di Think-industry 4.0 e research fellow della Donald Lynch Foundation (North Carolina, USA) – vera frontiera dell’innovazione digitale. Germania, Francia e Italia in particolare hanno l’occasione di recitare un ruolo importante nel nuovo ciclo economico grazie alla loro capacità industriale: l’Italia non solo è la seconda potenza manifatturiera d’Europa, ma è anche fortemente integrata con la piattaforma tedesca, vero cuore produttivo europeo».
L’obiettivo della Commissione europea è di rilanciare e innovare le sue filiere produttive. «Le risorse del Recovery Fund servono per rilanciare il nostro made in Italy – aggiunge Sabella – e per proiettarlo verso l’innovazione digitale e la sostenibilità ambientale. I settori che più contribuiranno all’innovazione e alla ripresa sono quelli i cui prodotti sono riconosciuti come eccellenti in giro per il mondo: meccanica di precisione, componentistica ad alto valore aggiunto, come computer, elettronica, ottica, chimica e petrolchimica, farmaceutica, tessile, abbigliamento, legno. Ma le vere sorprese arriveranno dai comparti più vicini all’innovazione: la mobilità, l’energia e il riciclo. La mobilità è completamente stravolta non solo da car sharing e car pooling ma anche dal fatto che ci si muoverà di meno, o almeno con destinazioni diverse. A ogni modo, l’auto elettrica sarà uno dei simboli del ciclo alle porte. E l’industria italiana potrebbe giovarsene».
Presente al workshop anche il segretario generale della Camera di commercio, Paola Sabella, e i componenti di Giunta, Tonino Genovese e Vito Siracusa; il prof. Gabriele Centi; la prof. Giovanna D’Angelo; la prof. Siglinda Perathon; il prof. Josè Gambino; l’avv. Giuseppe Terranova; Giovanni Mastroeni, segretario generale CGIL Messina; Emilio Castelli del “Gruppo Duferco”; Luca Franceschini della Raffineria di Milazzo; Santino Cannavò della Uisp Messina; l’arch. Mariano Tornatore; l’arch. Girolamo Pecora; l’ing. Rosalba Scurria.