I gomiti si sfiorano come fosse un abbraccio caloroso, le mascherine non nascondono i sorrisi e la felicità di esserci. Inizia così la quarta edizione del Festival Internazionale di Geopolitica Mare Liberum, nella sede di Associazione Diplomatici, ente promotore della manifestazione insieme a Eastwest European Institute (EWEI), in collaborazione con l’Università di Catania, il Sole 24 Ore e La Sicilia.
Mascherine, dunque, e posti distanziati in sala. È anche questa “La nuova Europa nel mondo post Covid”, argomento portante della manifestazione inaugurata dal collegamento video del leader storico dei Verdi, ex Ministro degli Esteri e vice-cancelliere tedesco Joschka Fischer e dai saluti di Roberto Cassata, Responsabile Territorial Relations Sicilia UniCredit SpA, Giuseppe Scognamiglio, Presidente EWEI e Direttore di Eastwest, Antonello Piraneo, Direttore del quotidiano La Sicilia, e Claudio Corbino, Presidente Associazione Diplomatici e Direttore Eastwest, che non nasconde l’emozione nel tornare, dopo tanto tempo, in campo.
«Dopo quasi otto mesi di vita e lavoro a distanza – ha detto Corbino – è un po’ come se fosse il primo evento della nostra carriera e siamo non solo felici ed emozionati, ma anche molto colpiti dall’affetto con cui gli amici più cari di Associazione Diplomatici hanno risposto al nostro invito, facendo degli sforzi per essere qui oggi». C’è un po’ di tristezza per la mancanza dei tanti studenti che ogni anno prendono parte all’evento, ma anche tanta voglia di fare e tanta speranza che presto si possa ripartire con maggiore serenità e forza. «Ci sono quasi duemila persone che seguono l’evento in streaming, tra cui tanti ragazzi – ha aggiunto – a dimostrazione che i giovani non sono insensibili ai contenuti importanti quando trattati in maniera seria, pluralista e informata. Ecco perché, per un’Europa migliore, bisogna ripartire da loro, che sono già, per cultura, abitudine e trasparenza, cittadini degli Stati Uniti d’Europa».
Ha concluso così, entrando nel vivo del primo panel, dal titolo “Gli Stati Uniti d’Europa: un sogno o una possibilità concreta?”, in cui sono intervenuti Fabio Massimo Castaldo, Vice Presidente del Parlamento UE, Angelino Alfano, già Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, e Giuseppe Ayala, già Magistrato e Parlamentare della Repubblica, moderati dal Direttore di Eastwest Giuseppe Scognamiglio.
«L’Europa post Covid è una grande occasione, e speriamo unica, di avere un’Europa più coesa, più protagonista e anche più federale – ha detto Scognamiglio -. I provvedimenti che sono stati presi sono stati per la prima volta distribuiti non secondo virtù, ma secondo necessità. Ed è questo il vero salto politico e logico che l’Europa sta facendo».
«L’iniziativa di oggi è molto importante perché discute di prospettive dell’Unione Europa – ha commentato invece Giuseppe Ayala. Un tema di attualità, specie dopo la vicenda Covid e tutte le conseguenze che ha portato. Oggi si apre una nuova stagione per i rapporti tra gli Stati Europei, che devono sostenere i Paesi più bisognosi per cercare di superare le inaccettabili disuguaglianze. È questa la vera sfida».
«L’Unione Europea post Covid deve ripensare il processo di integrazione e il suo ruolo come attore geopolitico – ha aggiunto Fabio Massimo Castaldo. La pandemia ci ha fatto capire ancor di più l’importanza di avere una risposta sanitaria comune, ecco perché è indispensabile parlare di riforme per assolvere a questo ruolo in modo efficace e andare incontro alle necessità dei cittadini».
«Serve non meno Europa, ma più Europa – ha aggiunto Angelino Alfano – che restituisca ai cittadini l’efficienza delle decisioni e al tempo stesso sia capace di individuare alcune materie su cui i Paesi potranno fare un accordo politico solido alla base della costruzione di un’unione federale».
Si è parlato di “Cultura, cinema e sport in Europa dopo il Covid” con Salvatore Carrubba, già Direttore de Il Sole 24 Ore, Marco Tardelli, campione del mondo di calcio e commentatore sportivo, Pietro Valsecchi, produttore cinematografico e CEO di TAODUE Film, e Laura Paxia, onorevole del M5s.
«Il calcio sta tentando di tornare alla normalità, anche se senza tifosi non è la stessa cosa – ha commentato Tardelli -. Speriamo che il Covid ci dia tregua, ma dobbiamo meritarcela. Durante la quarantena speravo che questo periodo ci avrebbe cambiato in meglio e invece siamo sempre gli stessi, ognuno pensa per sé. Mi auguro che il calcio e lo sport tornino a respirare un po’ di ossigeno, e per questo dobbiamo dimostrare tutti responsabilità e rispetto».
«C’è una vita prima del Covid e una dopo» – ha detto Pietro Valsecchi parlando del mondo della cultura e dello spettacolo. «È cambiato il modo di fruire cinema e teatro e il modo di stare insieme davanti uno spettacolo. C’è stato un calo vertiginoso della vendita di biglietti, in America come in Italia. E così vale per musica e teatro». «Verranno rivalutati gli autori, come affrontano un tema, come affrontano un film. Oggi per girare c’è un 10% di spese in più per i tamponi e per tutte le altre precauzioni da prendere. La scelta è quali contenuti raccontare e come. Perché il Covid ha accelerato la capacità delle piattaforme planetarie di impossessarsi del territorio e dobbiamo stare attenti a salvaguardare la nostra cultura e le nostre storie per non perdere l’identità italiana».
Cosa può fare la politica per rispondere a tutto questo? A rispondere è l’onorevole Laura Paxia. «Il mondo dell’arte è uno dei più colpiti dalle misure anti pandemia, basti pensare che 128 Paesi del mondo hanno sospeso le loro attività culturali. Qualcuno ha trasmesso in streaming, altri hanno optato per il drive in. Abbiamo previsto finanziamenti e sovvenzioni per imprese e professionisti, che ci auguriamo possano dare una boccata d’ossigeno a uno dei settori portanti della nostra società».
Il terzo panel, “Una nuova politica ambientale Europea”, ha visto Enrico Giovannini, portavoce di AsVIS, Marco Alberti, responsabile Affari Internazionali di ENEL, e Maria Latella, giornalista e opinionista di SKY, confrontarsi su sostenibilità, industria, decarbonizzazione e geopolitica dell’energia. Scenario in cui, secondo Marco Alberti, «l’Europa può giocare un ruolo significativo, avendo alcuni dei protagonisti principali del settore».
Ma chi giocherà il ruolo più importante? Chi avrà il potere della green economy? «Se dovessi scommettere adesso direi la Cina – ha risposto Enrico Giovannini – ma c’è una possibilità anche per l’Europa, nonostante il ritardo con cui sta partendo».
«Il vantaggio geografico dell’Europa è dato dalla vicinanza all’Africa, a cui bisogna dare energia pulita in tempi ragionevoli e prezzi accessibili. Abbiamo le tecnologie – hanno concluso i relatori – dovremmo definire gli obiettivi da raggiungere post Covid e lavorare per raggiungerli».