Dopo Delitto\Castigo, la coppia Rubini – Lo Cascio torna ad emozionarci e a rapirci con il capolavoro DRACULA tratto dal romanzo gotico di Bram Stoker, scritto intorno alla fine dell’800, quando gli ideali romantici si frantumavano e si manifestava un nuovo malessere.
Sergio Rubini con Carla Cavalluzzi, nella riscrittura di questo capolavoro, presentano sulla scena le forze occulte del Male che lottano con il Bene.
La rappresentazione che ha calcato i teatri più importanti d’Italia, è stata recentemente, applauditissima, al Teatro Vittorio Emanuele di Messina.
L’incipit è avvolto dal Mistero e, precorrendo l’indagine freudiana, presenta i temi cardine della tragedia greca: Eros e Thanatos, forze occulte e straripanti che si fronteggiano ad armi impari, giacché il Male è subdolo, imprevedibile, occulto e ahimè più ammaliante del Bene.
Sergio Rubini regista e protagonista, per questo lavoro, come per Delitto\Castigo, fa leva sulla scenografia, sulle luci e i suoni, fondamentali per rappresentare il complesso sviluppo di questo dramma.
É il diario di un giovane procuratore che racconta il suo viaggio in Transilvania per mediare l’acquisto di un palazzo da parte del conte Dracula: è un viaggio nell’abisso dell’anima, dove si annida il male che imprigiona il protagonista Jonathan Harker, interpretato dal fantastico Luigi Lo Cascio, che scrive di questa sua stravolgente esperienza alla moglie Mina, interpretata da Alice Bertini, contaminata dal male stesso.
Il viaggio di Jonathan attraverso locomotive e ambienti inquietanti, porte e veli mossi, oscurità illuminate talvolta dal biancore sepolcrale, presentati come un Ade moderno, fa crescere l’adrenalina per merito del tecnico delle luci Tommaso Toscano che risulta per gli effetti prodotti veramente un attore protagonista; le musiche suggestive di Giuseppe Vadalà completano il clima di suspense.
Sergio Rubini, nel ruolo del dottor Van Helsing, impersona con una sagoma scarna e stanca colui che cerca di scovare il male, di resistergli, di annientarlo, lui che era stato colpito al cuore con la perdita del figlio. L’attore regista, quasi sempre è affiancato sulla scena da Salvatore Salemi come suo interlocutore, quasi testimone dei fatti paranormali.
Non manca la follia, quasi esasperazione del male e annientamento della ragione, come nell’attore protagonista Lorenzo Lavia, anche lui vittima di Dracula e prigioniero della sua alienazione, e poi ancora in Mina, che si lascia irretire dal fluido sanguigno di Dracula e si dona senza più barlume di controllo, anche lei assetata, cerca e beve sangue.
Il giovane Jonathan assimila via via il peso del male, apparendo stanco e vecchio…
Dracula interpretato da Geno Donia, che si materializza in un linguaggio incomprensibile e non si lascia sconfiggere, è il male imprevedibile, ma manifesto ormai; è il “miasma”, sangue infetto, come diceva Eschilo, che contamina il mondo.
É straordinaria la connessione con le radici greche e l’attualità della resa scenica del dramma. Un dramma che si perpetua dalla notte dei tempi, ma che trasmette i suoi echi oggi, in questa società assetata di male e di sangue, in un mondo in cui ogni giorno un Dracula miete le sue vittime, imprevedibile e subdolo, dove la follia si impossessa dei giovani fragili e degli adulti delusi, nell’intimo di chi non trova più la forza di lottare.
Il romanzo di Stoker ha un’impronta più romantica dove Dracula riemerge dagli abissi per una vendetta, ma Rubini supera tutti i cliché presentando il dramma della psiche, dove se da un lato trova un superamento nella ricomposizione familiare degli Harker, dall’altro, nel finale, il vento del male scompone l’ordine e sparge le memorie dell’esperienza riproponendosi come inquietante eco del suo ritorno.
Dracula
da Bram Stoker
adattamento di Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini
con Luigi Lo Cascio, Sergio Rubini
e con Lorenzo Lavia, Roberto Salemi, Geno Diana, Alice Bertini
scena Gregorio Botta
costumi Chiara Aversano
musiche Giuseppe Vadalá
progetto sonoro G.U.P. Alcaro
luci Tommaso Toscano
regista collaboratore Gisella Gobbi
regia Sergio Rubini
Rita Chillemi