Il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge della Regione siciliana, 5 del 6 maggio 2019 (“Individuazione degli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura autorizzatoria semplificata”), in quanto alcune norme in materia di autorizzazione paesaggistica eccedono dalle competenze attribuite alla Regione dallo Statuto speciale, violando la competenza legislativa riservata allo Stato in materia di tutela dei beni culturali e del paesaggio, della Costituzione. «Un’altra importante vittoria a tutela del paesaggio e dello stato di diritto», dice Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia. La legge, infatti, introduceva il silenzio assenso delle Soprintendenze e la possibilità per l’assessore regionale ai Beni culturali di individuare autonomamente ulteriori tipologie di opere da sottrarre dall’obbligo di autorizzazione paesaggistica. È la terza impugnativa in pochi mesi, dopo quelle sui piani paesaggistici e sui centri storici. «Ciò dimostra – conclude Legambiente – come il legislatore regionale, in nome di una malintesa autonomia, stia tentando ripetutamente un assalto all’arma bianca alle norme a tutela del paesaggio garantita dalla Costituzione».