L’intervista al talentuoso musicista Santi Scarcella originario di Santa Teresa di Riva, cittadina della costa jonica messinese, nasce ascoltando un brano della sua Opera “Ciuriciurijazz”, in cui racconta la storia di Mimmo figlio di emigranti siciliani che in America scopre le sue origini e decide di non fare più Jazz bensì CiuriciuriJazz.
Santi ha accolto con entusiasmo la proposta di veicolare negli States il brand l’Isola Blu del Progetto “Sicilia nel Mondo”, dell’Associazione L’Aquilone di Messina ed ha ricevuto nella scorsa primavera, prima di andare negli Stati Uniti, l’investitura di ambasciatore della musica Jazz siciliana per il progetto.
Santi quando nasce il tuo amore per la musica? Nasce da bambino, rafforzandosi sempre più negli anni, ascoltando una voce che mi diceva: “Vai “. Ho ritenuto corretto finire gli studi al conservatorio Santa Cecilia ed oggi ne ho fatto la mia scelta di vita.
Nelle tue attività di ricerca cosa hai scoperto? Credo di non avere scoperto nulla, mi sono solo chiesto il perché delle mie attitudini musicali, in riferimento al mondo popolare oltre che jazzistico e ho trovato nella storia la mia risposta. Sapere che 28 milioni di Italiani (moltissimi siciliani), tra la fine dell’800’ e gli inizi del 900’ sono dovuti emigrare, avendo l’esigenza di integrarsi con spagnoli, francofoni e africani, e riuscirci grazie alle loro capacità, è fantastico. Il linuaggio non verbale ha vinto ancora una volta. Se poi aggiungiamo che la prima orchestra di Jazz è stata fatta da un Siciliano, Nick La Rocca che nel 1916 fonda l’Oriinal Dixiland Jass Band c e che nel 1917 registra il primo disco della storia , direi che l’emigrazione, se si trasforma in interazione, è il punto da cui partire
Come sei stato ricevuto negli Stati Uniti nella tua recente visita? Bene devo ringraziare la dott.ssa Alessandra Galassi della Uconn University del Connecticut. Il dipartimento italiano mi ha voluto per tenere lectors agli studenti, sette lezioni e altrettanti concerti. Sono stato invitato a ritornare valutando l’opportunità di approfondire altri aspetti musicali e tecnici rimasti in itinere.
Sei stato intervistato negli States? Si ho avuto il piacere di farmi intervistare dallo speaker Tony Pasquale della Radio ICN di New York. Nel suo programma ciao Tony, abbiamo parlato di musica e di Jazz in particolare, il tutto fatto con piacevolezza e una sobria allegria.
Tu parli di disabilità nel cuore, cosa intendi? Si io la chiamo appunto disabilità nel cuore, cioè la difficoltà di non vedere l’altro per ciò che è, facciamo tutti una gran fatica non riusciamo a vedere la bravura di chi ci sta attorno, i doni che ognuno di noi possiede.
Visto che abbiamo parlato di disabilità, tu hai avuto qualche esperienza? Si una in particolare, ho scoperto le grandi doti musicali di un mio allievo speciale Gianmarco, lui è asperger, ma la musica lo ha salvato, come ha salvato me e spero tanti altri. Per lui ho prodotto due dischi.
Ancora oggi i pregiudizi nella società sono troppi da impedirci di guardarci bene negli occhi.
A cosa stai lavorando? Sono quasi pronto a registrare il mio nuovo disco, tratto dallo spettacolo “Da Manhattan a Cefalù”, che sta andando molto bene, sarà una grande festa, alla quale sarete tutti invitati. con un tour internazionale.
Come vedi l’immagine dell’Italia e della Sicilia nel mondo? Non siamo più gli italiani “Mafia Pizza e Mandolino”, oggi riusciamo ad esportare talenti, con loro abbiamo migliorato il mondo della cultura e della scienza in maniera indelebile. Certo mi dispiace vedere giovani andare via, ma bisogna guardare il lato positivo, io credo in una Sicilia che ama muoversi e incontrare il mondo.
Santi hai un sogno che ti piacerebbe realizzare? Certo ho tanti sogni da realizzare, mi piacerebbe esibirmi a Messina al Teatro Vittorio Emanuele, con un mio concerto e devo dire che ci sto lavorando, perché con l’aiuto di tutti il sogno diventerà realtà, ne sono certo.