Il Balletto di Roma, apprezzato protagonista, al Vittorio Emanuele, per la stagione di musica dell’Ear Teatro di Messina allestita dal direttore artistico Matteo Pappalardo, di <>, propone, per due serate consecutive, alla platea peloritana, un’entusiasmante esempio di danza moderna ed individua nei danzatori momenti di personale individualismo che la competenza del pubblico non ha mancato di positivamente sottolineare.
Ha aperto lo spettacolo, “L’après-midi d’un faune”, per la coreografia di Giorgia Nardin, sul magico e appassionante spartito del “Prelude” di Claude Debussy. Caratterizzato da un coinvolgente efflato d’insieme, l’ensemble si abbandona ad un mondo di favola, costruito con garbo e compostezza sulla plasticità dei movimenti che trasmigrano in un ricco ventaglio di intense sensazioni che affascinano lo spettatore. Degno di attenzione il giovane Francesco Saverio Cavaliere che, da subito sul palco, offre ottima prova di tecnica e prestanza fisica, intersecando scorci di pura e gradita spontaneità.
Punta sull’attento studio del gioco di luci il secondo balletto in programma. Sempre sulle note di Debussy, della “Suite bermamasque”, nella fattispecie, la coreografia di “Stormy”, curata da Chiara Frigo, nella seconda parte della quale appare il minotauro, inneggia alla libertà cui ciascuno anela ed a cui ognuno guarda, quale momento precipuo della propria esistenza.
Conclude la pregevole esibizione, “Bolero – The head down tribe£, costruito da Francesca Pennini sulla penetrante musica di Maurice Ravel. In quest’ultimo quadro l’intera compagine dà prova innegabile di ottima sinergia che confluisce nei movimenti dei singoli elementi. Ne è protagonista la diversità che sfugge a qualsivoglia forma di trascinamento e che, invece, coinvolge e tenta, pure con la tecnologia, chi gli sta accanto. Un selfie con il pubblico alle spalle è il saluto finale della compagnia che si conferma gruppo originale di ricerca ed innovazione