Una serata dedicata all’amore per la bellezza quella che si è svolta lo scorso 14 febbraio a Milazzo nella sede del laboratorio creativo “Pazzie” diretto dall’artista fotografo Carlo Aloi. Ospite d’onore il mecenate Antonio Presti accolto calorosamente dai padroni di casa Raffaele Esposito e Chiara Surdo, e introdotto dagli interventi di Antonio D’Amico e Dario Russo.
“Innamòràti della bellezza” è stato il titolo scelto per l’occasione, con l’intenzione di comunicare il doppio senso del termine, da un lato l’amore come “stato dell’essere”, dall’altro, un monito all’amore, un invito ad entrare in quello stato di grazia per nutrirsi di bellezza, che non è mera produzione d’immagini, ma essenza viva, espressione di intuizioni illuminate. E non è un caso che il cenacolo sia stato pensato per il giorno dedicato all’amore, “un amore – come spiega Presti – che non va concepito come mero possesso, così come prescritto dalla cultura materialista nella quale viviamo, ma in quanto impulso autentico che dal cervello giunge direttamente al cuore, unico mezzo attraverso il quale è possibile percepire la nostra natura di esseri viventi, in collegamento con l’universo che ci circonda al di là dei separatismi e degli individualismi che alimentano l’odio”.
E’ partendo dal cuore che secondo lui ci si apre alla possibilità di “vedere” e non di guardare la Bellezza. “Siamo continuamente proiettati verso il nostro egoismo – afferma – mentre camminiamo siamo abituati a volgere lo sguardo fuori di noi o in direzione gli altri con i quali intratteniamo rapporti sociali, gli occhi alle vetrine, presi dal materialismo e dalla brama di ostentare, ma quasi mai accade di indirizzare la vista verso noi stessi e di percepire l’immenso amore di cui siamo fatti. Il “vedere”, infatti, in quanto stato particolare dell’essere, è il coraggio di essere ciò che si è, il saper riconoscere Bellezza, e se qualcuno afferma che per tale ragione siamo pazzi – continua Presti – rispondiamogli con un sorriso e rendiamogli grazie per avercelo ricordato”.
E’ con il sorriso che si sconfigge il male. Questo il Maestro lo sa bene perché oltre a ribadirlo a parole, la sua intera vita ne è testimonianza. Lui che ama così tanto la sua terra tanto da lasciare l’impresa del padre per lavorare intorno alla Bellezza in tutte le sue forme e ad impegnarsi in un lavoro di coscienza che intenda offrire il senso etico dell’arte, un punto di vista diverso dedicato alla Sicilia per i siciliani. Ma spesso, come accade in questi casi, la politica e le istituzioni non scendono a compromessi con la bellezza, almeno che questa non scenda a compromessi con esse. E perciò anni di lotta e di cavilli burocratici e amministrativi hanno osteggiato il lavoro di Presti, ma lui risponde ancora con un sorriso decidendo di stare dalla parte dell’amore, al servizio della bellezza e non dei potenti, sempre. Durante l’intervento ha menzionato i suoi progetti futuri sulla fotografia, e un cenno anche sulla vicenda riguardante le Rocce di Taormina, di cui si è parlato tanto dopo la sentenza del CGA che ha annullato il comodato d’uso stipulato tra la Città metropolitana di Messina e la Fondazione Fiumara D’Arte, che dopo 50 anni di fermo avrebbe restituito il bene alla comunità rendendolo fruibile. La vicenda non ha scomposto il mecenate che sostiene di aver accettato la sentenza “serenamente e rispettosamente”. Ha parlato a lungo anche della sua vita, in particolare delle scelte che lo hanno condotto a ritirarsi a Castel di Tusa, un villaggio in riva al mare nei pressi del Parco di Fiumara d’Arte. Antonio Presti, filosofo dell’arte, nei numerosi anni di carriera ha dedicato il suo tempo a far conoscere la bellezza anche nelle scuole con progetti e programmi volti alla crescita umana e intellettuale dei ragazzi. Lo ha ricordato ai presenti parlando dell’importanza del ruolo educativo che la famiglia deve ritornare ad assumere nei confronti dei propri figli, troppo spesso abbandonati alla dittatura dei media e al potere della tecnologia.
Presti è stato apprezzato dai numerosi presenti che sono accorsi per conoscere di persona il mecenate, che da parte sua non si è risparmiato nel dispensare all’intera sala la bellezza di sé e delle sue parole.
E a fare da eco alle parole di Presti, dettate dall’amore e dal credo, essenziali e dirette, è stato il luogo “non- luogo” Pazzie, come lo ha definito Presti prendendo a prestito le parole del filosofo Marc Augé, un dono offerto alla gente in onore alla bellezza, accogliente, intimo e prezioso, in grado di offrire un’atmosfera sacrale di rispetto e ascolto, dedizione e attenzione.
Alla manifestazione presente anche il Sindaco di Milazzo Giovanni Formica.
LE FOTO SONO STATE REALIZZATE DA DOMENICO GENOVESE