All’ospedale di Patti, inaugurata la stanza di Giulio, progetto di Wioletta Agnieszka Meler

E’ stata inaugurata all’interno dell’ospedale di Patti, in occasione della Giornata mondiale della prematurità, la stanza di Giulio, un luogo per accogliere le mamme che si recano nel presidio e devono assistere i loro figli. L’iniziativa nasce dalla volontà, supportata da una raccolta fondi, di Wioletta Agnieszka Meler, madre che 16 anni fa si trovò ad affrontare la drammatica malattia incurabile del figlioletto Giulio, a cui oggi è stato intitolato lo stesso baby pit stop: «Spesso dovevo cambiare il mio bambino su una sedia, su un borsone o su piani improvvisati, e allattarlo in mezzo alla folla non trovando un posto tranquillo dove un piccolo ammalato merita di stare. Facendo spola da lontano non avevo il necessario a portato di mano – racconta mamma Wioletta – per questo il progetto pensato per l’ospedale di Patti vuole rappresentare un valido rifugio. Sono grata alla mia dolorosa esperienza, che mi ha mostrato che facendo del bene si può ritrovare la luce. Oggi Giulio è l’angelo di tutti, una prova che si può uscire dalla sofferenza creando qualcosa di bello. La sua memoria non svanirà mai, per questo spero che lo stesso progetto possa raggiungere anche altri ospedali». Fondamentale alla realizzazione, la fondazione Unicef: «Abbiamo subito accolto la proposta, per cui ringrazio la presidente nazionale Carmela Pace – è il commento di Angela Rizzo Faranda, presidente del comitato provinciale Unicef di Messina – omologando la “Stanza di Giulio” dotata di una poltrona con braccioli idonea all’allattamento, di un fasciatoio e anche di un bagno annesso. Oltre alle decalcomanie e vetrofanie, a simboleggiare il diritto alla vita di tutti i bambini del mondo, abbiamo donato due Pigotte, una bambola e un bambolotto che abbiamo chiamato Giulia e Giulio, e un peluche Unicef in rappresentanza del diritto al gioco, imprescindibile in età evolutiva».
La cerimonia inaugurale che si è svolta alla presenza dei vertici sanitari è stata raggiunta anche da diversi sindaci del Distretto socio-sanitario D30, riconoscendo l’ospedale di Patti come fondamentale punto di riferimento per le gestanti dell’intero versante tirrenico-nebroideo.

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