Tra Inter e Juventus è finita con un pareggio di gol. Un 4 a 4 che alla vigilia non si poteva certamente immaginare tra due squadre che storicamente si sono da sempre affrontate con la cura tattica e grandi attenzioni difensive del “primo non perdere”. Questa volta, tuttavia, non è stato così, e con grande meraviglia dei palati fini del calcio spettacolo, si è vista una partita aperta con capovolgimenti d’attacco repentini che, dall’una e dall’altra parte, ci hanno confortato sul concetto di calcio moderno, mai sparagnino di gioco, opulenza di gol, ed emozioni da vendere. Detto questo, passiamo ad una analisi più tecnica della partita. Diciamo subito che è stata la saga degli errori difensivi e anche un pò di certe scelte sbagliate da parte di Inzaghi che attanagliato mentalmente dalla fobia di restare in dieci dopo il primo cartellino giallo di un suo giocatore, non fa altro che cambiarlo a prescindere dall’importanza tattica di questo o quel giocatore. A parer nostro, nel caso specifico della sostituzione di Pavar a una difesa che aveva dimostrato di sapere controbattere gli attacchi della Juventus, è stato un errore. È vero che l’Inter è dotata di una panchina numerosa e qualitativamente importante sotto il profilo tecnico, tuttavia, questo non pregiudica il fatto che l’attenzione ai cambi sia di vitale importanza, almeno per non scombussolare l’assetto tattico in una squadra che in quel momento si trova in vantaggio. A differenza di Thiago Motta che, invece, secondo noi, ha riparato nel secondo tempo l’errore di lasciare in panchina Yldiz, proponendolo nel momento in cui la Juventus stava perdendo con due gol di scarto. Altro errore riparato in corsa è stato il cambio di Danilo con Gatti; e i benefici si sono visti tutti. Danilo è recidivo di tanti errori commessi in difesa in molte partite e non si capisce perché Thiago Motta in assenza di Bremer insista ancora su di lui. Anche Kalulu questa sera non è parso alla sua altezza, almeno sul calcio di rigore provocato ingenuamente, tuttavia, tenuto conto della lunga serie di partite positive giocate sin qui, si può dire che un errore del genere, anche se grave, ci può stare. E poi c’è da rimarcare la prestazione maiuscola di Conceicao, irresistibile nell’uno contro uno e vero asso nella manica della Juve, assieme a Cambiaso, Weah, McKennie e in parte Wlahovic. Male Fagioli, troppi errori a metà campo. Per quanto riguarda l’Inter diciamo che ha buttato al vento l’occasione di vincere una partita che sembrava ormai conquistata. Dimarco, Thuram, Barella, Zielinski, Mkhitarian, Pavard, ci sono sembrati tra i migliori, mentre abbiamo visto un po’ in ombra Lautaro e Bastoni che ha sofferto più del dovuto la marcatura di Conceicao. Dunque, si chiude l’ennesima sfida del derby d’Italia tra Inter e Juve all’insegna degli errori difensivi, dei gol, del gioco, della delusione interista e dell’entusiasmo del popolo juventino che a un certo della gara pensava quasi di avere perso la partita. Ma intanto è stato uno spettacolo di calcio.
Salvino Cavallaro