Per mia natura sono sempre stato contrario alla fabbricazione delle armi e al business di introiti che inducono alle morti, alle uccisioni, all’odio e alle guerre tra popoli. Tuttavia, quando parliamo di sport e di medaglie conquistate alle Olimpiadi di tiro per centrare un bersaglio, mi incuriosisce la tecnica con cui simili armi vengono costruite. Nel mio soggiorno a Camaiore in provincia di Lucca ho avuto modo di visitare l’industria Pardini,leader mondiale in questo particolare settore. Non nascondo il mio imbarazzo quando, dopo avere intervistato Giampiero Pardini, titolare fondatore della Pardini Armi, ho toccato pistole e carabine di notevole precisione che sono la garanzia di vittorie olimpiche. Ebbene, nell’ascoltare con interesse il racconto di Giampiero Pardini su come ai primordi sia nata l’idea di costruire armi destinate allo sport, sono stato attratto dalla curiosità di sapere. “Ho cominciato per caso tanti anni fa” dice il fondatore delle Armi Pardini “Non avevo mai preso in mano un’arma. Un giorno mi hanno chiesto di provare e per caso ho centrato il bersaglio. L’insegnante pensava che io avessi sparato altre volte e non voleva credere che quella, per me, era stata la prima volta. In seguito mi sono incuriosito e ho continuato a praticare quello sport di tiro che avevo visto solo in televisione”. Una narrazione incredibile, proprio come quando si dice “il caso”. Oggi, come dicevamo, la Pardini Armi rappresenta l’eccellenza della costruzione di armi destinate allo sport, in un mercato di esportazione mondiale in cui la Cina resta la prima nazione di richiesta del prodotto finito. Ma anche il Nord America, il Sud America, Europa, Asia, Oceania, oltre che l’Italia, sono i maggiori clienti di questo tipo di prodotto. Un marchio che ci invidiano in tutto il mondo e che, nonostante tanti tentativi di portare all’estero questa industria da parte di chi vorrebbe speculare, Giampiero Pardini ha detto sempre di no: “Sono nato in Versilia, qui ho cominciato questa realtà diventata davvero importante, ed è qui che intendo pagare le tasse e dare lavoro a tante persone”. Ammirevole davvero il patron Pardini, il quale, con queste parole, ha dato un messaggio al mondo imprenditoriale italiano di resistere nella produzione italiana, nonostante le tante difficoltà economiche in cui versa il nostro Paese. E in effetti ho visto una mano d’opera attenta di donne e uomini capaci nel seguire macchine che tecnologicamente si possono considerare di ultima generazione. Macchinari costosissimi su cui, a conti fatti, conviene sempre investire per dare un prodotto finito di grandissima qualità. E’ un lavoro di assoluta precisione, capace di garantire un risultato sportivo ad alto livello tecnico. Tutto ciò mi ha fatto riflettere sul mondo imprenditoriale e sulla forza tutta italica di resilienza, nonostante, come si diceva prima, delle continue tentazioni di abbandonare la produzione in Italia. E in quella stretta di mano finale fatta al creatore Giampiero Pardini, non c’era solo il saluto di commiato per l’ospitalità ricevuta, ma, soprattutto, c’era il ringraziamento di avere dato un grande esempio di imprenditorialità nel proseguire il futuro del nostro Paese.
Salvino Cavallaro
cc046c9b-b292-4a95-87b0-5670acbe667f