È il Toro di Walukiewicz, di Maripan, Gineitis, Adams, Nije, Lazaro, Sosa, che si integrano a Milinkovic Savic, Masina, Tameze, Linetty, Ilic, Ricci, Sanabria, Zapata, ma, soprattutto, a mister Vanoli, vero meritevole acquisto del mercato estivo per la panchina granata. Illustri sconosciuti della pedata pallonara che, presi con la logica della speranzosa “plusvalenza”, al momento si gustano orgogliosamente il momentaneo primato in classifica. Sì, dopo tantissimi anni il Toro è inaspettatamente primo in classifica almeno per una notte. Tuttavia, pur con tutto il piacere dei tifosi granata di vedere la propria squadra in vetta alla Serie A, c’è da tenere presente l’altalena di rendimento tra la scorsa partita giocata in casa contro il Lecce e quella vista a Verona. Due facce di una realtà che fanno pensare a un Toro ancora da assemblare nei suoi meccanismi tattici e, soprattutto, atletici. La corsa a tutto campo voluta da mister Vanoli ha bisogno di una preparazione continua, insistente e senza alcun momento di distrazione. Non è facile, lo sappiamo, tuttavia, riteniamo che questo bel momento granata debba essere preso senza fare voli pindarici, ma con il dovuto senso dell’equilibrio mentale capace di attendere i risultati di partite e confronti contro squadre di maggiore caratura tecnica. Milan e Atalanta sono state le squadre che il Toro in queste prime cinque partite ha incontrato e saputo superare con un pareggio a Milano e una vittoria in casa contro la Dea bergamasca. Adesso si attenda il resto del campionato per potere dare delle valutazioni più attendibili su questo Toro che per troppi anni ha saputo illudere e poi deludere i propri sostenitori che in curva Maratona espongono ormai da qualche anno lo striscione con su scritto: “Solo per la maglia”. Chiaro messaggio a una dirigenza e a un presidente sparagnino e votato sempre al risparmio per controllare i bilanci e non equilibrare i conti con la voglia di costruire un Toro competitivo per entrare a far parte del calcio a livello internazionale. Vedremo cosa accadrà in futuro. Salvino Cavallaro