«Se non si aumentano gli organici delle Forze di Polizia, ogni progettualità atta ad infrenare la recrudescenza del crimine rimane solo una chimera. Ogni soluzione deve passare attraverso l’incremento delle risorse umane dislocate sul territorio».
Queste le dichiarazioni di Maurizio Galati, Segretario Generale di Messina della Uil Polizia, che condivide la preoccupazione da più parti espressa in merito all’aumento degli atti criminosi nella città peloritana. Un grave e preoccupante disagio in danno alla sicurezza dei cittadini. Si parla di aumento dei reati predatori, di danneggiamenti, minacce, aggressioni in luoghi aperti al pubblico ed altri crimini.
«In questi ultimi giorni stiamo assistendo ad una preoccupante escalation dei reati. Dalle “vetrine spaccate” ai danni di imprenditori e commercianti, ai furti in abitazioni ed esercizi commerciali messe in atto da criminali ben organizzati che eludono sistemi di allarme e forzano casseforti dalle quali prelevano gioielli ed ingenti somme di denaro. Ma non basta. Quasi a volere emulare il terrificante episodio avvenuto a Villa Bellini della città etnea, in cui sette egiziani hanno violentato una ragazzina di 13 anni, a Messina, all’interno della centralissima Villa Quasimodo, quattro tunisini hanno rapinato e procurato lesioni ad un minorenne per impossessarsi di poche decine di euro. I malviventi sono stati arrestati grazie alle volanti della Polizia di Stato ma questo non basta. Nella nostra città gli extracomunitari agiscono in gruppo e controllano vaste aree dei centri abitati, specie nel centro storico. La Uil Polizia sottolinea come la vastità del fenomeno richieda una presenza costante e capillare di operatori di polizia. I cittadini emotivamente coinvolti, specie durante gli interventi più violenti ed eclatanti, hanno più volte espresso lamentele nei confronti degli operatori di Polizia, che sostengono essere pochi e non sufficienti a controllare il territorio».
«Ancora una volta – conclude Maurizio Galati – si sottovaluta come le reazioni delle vittime, paradossalmente, si concentrino contro chi è schierato in prima linea a contrastare il crimine. Incrementare il monte ore dello straordinario emergente, per impiegare più uomini e mezzi da adibire al controllo del territorio, è una prima risposta per mitigare gli effetti ma non rappresenta di certo la panacea. La politica deve interrogarsi sugli errori commessi e fornire risposte concrete sia ai cittadini che agli appartenenti alle Forze dell’Ordine. Aumentare il numero delle pattuglie, specie nelle fasce notturne, oltre che rendere l’operatore di Polizia un riferimento contro atti criminosi, fornisce al cittadino maggiore sicurezza. Contestualmente si devono mettere in atto dei sistemi, anche a livello legislativo, che tutelino in maniera fattiva le Forze dell’Ordine, durante lo svolgimento del loro servizio. Occorre tutelare chi mette la propria incolumità a rischio per garantire la sicurezza della collettività. Senza legalità un paese non può crescere. Occorrono importanti investimenti sulla sicurezza ed interventi concreti che, purtroppo, ad oggi non si appalesano».