Ogni anno di questi tempi comincia ad avvertirsi il profumo di un evento che da 74 anni rappresenta l’Italia della musica e del costume. Si chiama Festival di Sanremo, la kermesse capace di attrarre e tenere incollati davanti al televisore milioni di spettatori di tutte le età. Ed è già palpabile l’attesa che aleggia lieve nell’aria, così come le note musicali che si librano in alto nel cielo e tra le strade, le piazze, i vicoli di una Sanremo che appare ancor più bella del solito. Tutto è già sold out da tanti mesi. Gli alberghi, le case in affitto, i B & B non hanno nessun posto disponibile e le serre dei floricultori che fanno da cornice alla città, sono già pronte ad offrire la molteplicità multicolore dei fiori del luogo. Il Teatro Ariston è lì e di anno in anno sembra non invecchiare mai, proprio come quel festival della canzone italiana che orgogliosamente ospita, se lo tiene stretto e non intende cederlo a nessuno. Il Festival è un’istituzione per la città, per i sanremesi, ma anche per la Regione Liguria che vanta attraverso l’appuntamento con la canzone, un’immagine mondiale che l’arricchisce in tutti i sensi. Chi come me ha vissuto l’esperienza professionale al seguito del Festival di Sanremo sa quanta passione, quanto stress, ma anche quanta emozione si vive in quei giorni. Una lunghissima settimana fatta di continue conferenze stampa, di incontri con i cantanti, gli artisti e tanti componenti dello spettacolo che non ti danno tempo di finire di stilare un articolo che è già ora di scriverne un altro. Si comincia in mattinata per finire a notte inoltrata. Arriva l’alba, poi il tramonto, e quando le luci della notte fanno capolino per le strade della città dei fiori, tu sei sempre lì dentro, in quella sala stampa a scrivere per riportare gli sviluppi, gli umori, le critiche, i pettegolezzi e tutto ciò che succede dal martedì a quel sabato notte in cui si conoscerà finalmente la canzone vincitrice. Ma quest’anno non ci sarò in quella sala stampa a vivere le notti e le tante emozioni vissute in passato, tuttavia, seguirò ugualmente il festival che quest’anno si presenta ancora più interessante di sempre per i 30 cantanti partecipanti e tanti ospiti che il Direttore Artistico Amadeus ha voluto, accontentando il gusto retrò di tanti appassionati della canzone che si interseca bene ai più moderni stili della musica leggera italiana. Il Festival di Sanremo è la kermesse di canzoni più famose e longeve al mondo, ma è anche la più criticata. Crea sempre curiosità, ma nonostante si cerchi sempre di snobbarla, alla fine il Festival di Sanremo vince sempre su tutti per l’alto share televisivo riscontrato. Da sempre lo hanno definito il festival nazional popolare, quasi fosse qualcosa da sminuire, da rendere minimalista per arte, cultura e impostazione di testi talora anche banali e privi di profondi significati che parlano di attualità. Poi, invece, a conti fatti, ci si accorge che ogni anno si tende a dare un’impronta che qualche volta è pure sfociata in critiche feroci per avere toccato temi che si tramutano in responsabilità politiche. Ma Sanremo è Sanremo, con le canzoni che fanno parte della nostra vita e da sempre ci accompagnano nei ricordi e nelle emozioni vissute tra una generazione e l’altra. Tuttavia, gli alti interessi economici che vertono sul Festival di Sanremo suscitano sempre polemiche e critiche che mettono dubbi sul sistema e sulla trasparenza riguardante le scelte con cui si promuovono o bocciano certe voci canore legate a queste o quelle agenzie di management. Tutto fa parte del Festival e ci stanno pure le considerazioni sui tanti milioni di euro investiti dalla Televisione di Stato per dare forza a un appuntamento annuale che ci vede protagonisti in tutto il mondo. Vivere Sanremo, dunque, è davvero bello, emozionante. E poi ciascuno lo viva come meglio crede.
Salvino Cavallaro