Questa frase mi ha fatto riflettere a lungo per la sua grande forza interiore. Nel giorno in cui Papa Francesco ha sensibilizzato il numeroso popolo cristiano a raccogliersi in preghiera per la pace nel mondo, ha recitato il rosario davanti all’icona della Madonna. Momenti di riflessione profonda mi hanno raggiunto nel momento in cui Papa Francesco attraverso la sua flebile voce che commuove, ha dato segni di scoraggiamento verso l’uomo che, nell’ora più buia, ha smarrito la diritta via scegliendo Caino ad Abele. Tutto ciò pur confidando nell’ascolto della Madonna, verso la quale resta instancabile per ogni cristiano l’unica vera preghiera di conforto, nella speranza di illuminare la mente dell’uomo alla pace e alla fraternità tra i popoli. E allora mi sono chiesto perché queste cicliche guerre e distruzioni siano sempre opera dell’uomo, nonostante i buoni propositi mai mantenuti di dire basta a conflitti che perpetuano l’odio. Eppure, sembra essere proprio questa l’essenza di quel mondo che siamo noi, chiamati nel nostro quotidiano a scegliere la strada di Caino o Abele. Certo, a livello teorico tutti abelliamo i nostri discorsi con carezzevoli frasi che sostengono l’amore come unico modo per salvare il mondo, ma poi, all’atto pratico, ecco che quell’altra parte che si annida in noi con voglia di sopraffare il nostro simile, viene a galla dando spazio all’ego. È l’eterna lotta tra il bene e il male che ci fa pensare come il mondo costruito e poi distrutto proprio da noi stessi, sia lo specchio delle nostre azioni, del nostro pensare e agire senza dare spazio alla coscienza. Per questo capisco Papa Francesco che in questa ora buia del mondo, pur confidando nella preghiera, si sia lasciato andare allo sconforto della deriva dell’odio. Riusciremo mai a capire che siamo proprio noi stessi i veri esecutori del bene e del male?
Salvino Cavallaro