Fermo restando che le notizie sull’illecito sportivo dovuto alle scommesse su piattaforme non legalizzate fatte dai calciatori Fagioli, Tonali, Zaniolo e forse altri professionisti della debordante ricchezza pallonara corrisponda a verità, resta il fatto inconfutabile delle responsabilità di un sistema calcio che a livello mondiale ha sorpassato limiti economici stratosferici. Milioni di euro scorrono, talora in acque melmose, veloci come sul letto di un fiume inarrestabile. E più si scoprono illegalità sportive che confluiscono con la giustizia ordinaria e più si va avanti a incrementare l’incredibile immorale senso del ritorno economico. Un mondo, quello del calcio, che non ha più limiti e che ci appare sempre nella sua veste esteriore di argomentazioni tecniche, quasi a volerci distrarre da ciò che in realtà esiste nel suo retro bottega. Certo, non vogliamo fare di tutta un’erba un fascio unico e neppure apparire verginelli che si scandalizzano in un mondo che va al contrario, tuttavia, diciamo che questo fondo senza fine di troppo facile denaro che gira nell’orbita calcistica è assolutamente contrario a ogni senso di moralità. C’è davvero bisogno di una calmata imposta da limiti e da un tetto oltre il quale stipendi ed introiti economici di ogni genere, non fungano da stimolo a trovare sempre più strade illegali per fare ancora più soldi. In questi giorni sentiamo pure parlare di eventuale ludopatia come probabile causa di alcuni calciatori, ma pur nel rispetto di una patologia neurologica che spesso colpisce i meno abbienti, diciamo che ci resta davvero difficile pensare come un calciatore possa scommettere sullo sport frequentato, piuttosto che in altri sport cui le normative rispecchiano la legalità. Chi gioca a calcio per professione, infatti, può scommettere su altri sport a patto di farlo su piattaforme legalizzate. E allora, perché andare a sporcare la propria immagine con sotterfugi di questo tipo? Mah! E intanto continuiamo ad amare il calcio……
Salvino Cavallaro