“La donazione…un atto d’amore, una opportunità per la seconda vita”. Su questo il tema, promosso dalla locale sezione dell’Aido “Alba Munafò”, con il patrocinio del Comune, ne hanno parlato a Palazzo D’Amico in un convegno illustri professionisti con l’obiettivo di diffondere una corretta informazione sui temi delle donazioni e del trapianto di organi, tessuti e cellule. Una iniziativa inserita nel programma previsto per il 50esimo anniversario nazionale Aido, con l’obiettivo di testimoniare l’impegno del locale gruppo comunale a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tematica della cultura della donazione sul territorio, come ha detto il presidente Vittorio Cannata introducendo i lavori. Nell’intervento d’apertura il dottore Duilio Pagano –chirurgo addominale Ircss Ismett Palermo- ha illustrate le strategie per l’effetto dei trapianti sugli organi. In dettaglio ha poi riferito delle liste di attesa per un trapianto, del passaggio dal donatore al ricevente, della adattabilità dell’organo del ricevente. Ha fornito dati sulla percentuale delle donazioni, fornendo una media nazionale e regionale, rapportandola a quella di altre nazioni, ed in particolare evidenziando il rapporto tra nord e sud. Nel merito Pagano ha rappresentato il viaggio che devono compiere gli organi da trapiantare, il trattamento previsto per il loro prelievo, i dispositivi per il trasporto, evidenziando le diverse metodologie chirurgiche, esponendo la gestione capillare della donazione che è fondamentale per dare vita, perché –ha sottolineato- la dialisi è un trattamento ponte che non sostituisce il trapianto. Dopo un intermezzo con Luca Sindoni alla fisarmonica e la lettura della preghiera del donatore affidata a Ludovica Bernasconi, ha portato il saluto istituzionale la professoressa Lucia Scolaro, che ha richiamato pure la sensibilità sul problema della amministrazione comunale, ma da accentuare nella popolazione, “perché –ha sostenuto-sapere accendere una speranza dentro il dolore è segno di tanta maturità e civiltà”. Il regista e medico Salvatore Arimatea ha spiegato come ha fatto rivivere, con immagini e parole, in un suo film le emozioni della donazione. Compito dell’Aido è quello di diffondere la cultura della donazione –ha detto il vice presidente nazionale Comm. Vito Scarola-. Poi un riferimento all’anniversario ed alla missione nel diffondere la cultura del dono nelle scuole, nelle piazze, nello sport e nella cultura e negli enti pubblici. Al riscontro dei divari nord-sud, Scarola ha fatto presente che ci sono eccellenze mediche anche al sud, mentre la differenza la fanno le strutture. Infine un bilancio sulle donazioni nel 2023: a fronte di 8.034 soggetti in lista di attesa, soltanto circa 3.000 i trapianti che sono stati effettuati. Premesso che il trapianto dona vita, ma che persistono troppi “no” alle donazioni, ha trattato la cultura della donazione dal punto di vista medico il dottore Francesco Puliatti –direttore del coordinamento trapianti del Policlinico di Messina- che ha intravisto problematiche legate all’informazione, prima di affrontare l’aspetto legato al confine tra la vita e la morte, che si verifica, come stato definitivo ed irreversibile, soltanto quando si sono perse tutte le funzioni dell’encefalo. Ed allora entrano in campo tutte le procedure per il prelievo degli organi per la donazione, “che fa bene –ha concluso- anche a chi la fa”. Sul trapianto di reni ha riferito il nefrologo –dirigente all’ospedale “Fogliani”- dottore Antonino Pontoriero, per il quale la dialisi è unica possibilità di continuare a vivere per un ammalato di reni, e quindi importanza della prevenzione per evitare un danno renale. Ha aggiunto un accenno sui fattori di rischio e indicati i vari stadi di malattia renale e cardiovascolare, ma indicando come optimum il trapianto e non già la dialisi. Anomalo, dal suo punto di vista, l’andamento delle donazioni e dei trapianti da donatore deceduto e da donatore vivente, ricordando che il primo trapianto di rene fu effettuato il 23 dicembre 1954, ed a seguire: nel 1963 di polmone, nel 1967 di cuore. Concludendo, ha indicato i vari tipi di trapianto: isotrapianto, allotrapianto e xenotrapianto, le cause per rischio di rigetto ed i farmaci immunosoppressori. Importante e significativa la testimonianza di Maurizio Munafò, che ha pianto la perdita della giovane figlia Alba, “ma –a suo dire- se la donazione non allevia il dolore, è un sollievo sapere che gli organi di Alba hanno dato vita a qualcuno”. Non sono mancate altre testimonianze: Antonio Rizzo e Mario Saporita per dimostrare come donare è dare vita.